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Anzio, Coronavirus: «Mi hanno tolto i figli perché sono un’infermiera»

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Coronavirus Lazio

Ha fatto il giro d’Italia l’appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di una mamma che lavora in ospedale ad Anzio. Di professione fa l’infermiera e, a causa dei rischi legati al Coronavirus, secondo il Tribunale, non potrà vedere i suoi figli fino alla fine dell’emergenza sanitaria per il pericolo di contagiarli.

La donna infatti, separata, si è vista ‘togliere’ temporaneamente i bambini che dovranno stare ora con il padre. Da molti è stata giudicata come una decisione estrema quella presa dal Giudice dato che la 39enne, questa l’età della donna, non è nemmeno tra coloro che lavorano in prima linea nei reparti Covid-19.

Pochi rischi insomma, ma non per il Tribunale di Velletri che, a sorpresa, ha sospeso momentaneamente l’affidamento dei suoi due figli, una coppia di gemelli di dieci anni, dandola all’ex marito dal quale si era separata tre anni fa. 

A Pasqua il punto di rottura

La notizia della decisione del Giudice è di pochi giorni fa, poco prima di Pasqua. Prima dello scoppio dell’emergenza Coronavirus l’affidamento dei figli era congiunto presso l’abitazione della madre ad Anzio; il papà, stando a quanto si apprende, poteva vederli nel fine settimana e quando riteneva più opportuno. L’arrivo della prima “serrata totale”, che verrà poi prolungata diverse volte come sappiamo, cambia però le carte in tavola.

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Come riportato da Il Giornale è il papà a chiedere all’ex moglie un gesto definito di ‘buon senso’ con diversi messaggi: tenere i bambini per tutto il tempo necessario al superamento della fase più acuta dell’emergenza in modo tale, considerando il lavoro della donna, di scongiurare qualsiasi tipo di rischio. Per gli avvocati dell’uomo questi inviti sarebbero sempre stati elusi tuttavia dalla donna.

E arriviamo alle vacanze Pasquali. I bambini si recano dal papà il 2 aprile con l’accordo di tornare a casa della madre il giorno di Pasquetta. Ma il Giudice anticipa tutti: come visto viene disposto l’affidamento temporaneo all’uomo. Una decisione che, probabilmente, la 39enne non si sarebbe mai aspettata.

L’appello a Mattarella

Per questo l’infermiera ha voluto scrivere una lunga lettera che ha inviato anche al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Sono orgogliosa di essere un’infermiera, ma non sono convinta di dover rinunciare al mio ruolo di mamma. Trovo tutto questo un atto di discriminazione nei confronti della figura infermieristica, una violazione grave del mio ruolo di madre, un danno notevole per la crescita dei miei figli». Come spesso accade in questi casi, sono i figli a vivere la situazione peggiore. «Non sono nemmeno operativa in un reparto Covid. I miei piccoli non sono in pericolo. Chiedo giustizia», chiede aiuto disperatamente la donna.

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