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‘Bodeguita’ di Anzio distrutto da un incendio: arrestati in tre (VIDEO)

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A giugno scorso, il Bodeguita è stato due volte vittima di incendio. Il 19 il primo tentativo di incendio dello stabilimento situato sulla Riviera Malozzi ad Anzio, dopo due giorni, nella notte tra il 22 e il 23, un altro rogo che ha completamente distrutto il chiosco. Le indagini dei Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Anzio, a distanza di poco più di un mese da quei fatti, sembrano aver chiuso il cerchio sui possibili autori degli incendi. Sono stati, infatti, gli stessi militari a eseguire un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Velletri, nei confronti di tre soggetti gravemente indiziati dei reati di incendio doloso in concorso, violazione dei sigilli, fabbricazione e detenzione di ordigno incendiario, nonché esplosione di ordigni. Si tratta di un 39enne, originario dei castelli romani e una coppia, un 34enne e una 30enne, residenti ad Aprilia.

Le indagini si sono concentrate sulle immagini della videosorveglianza

I militari, in particolare, analizzando e confrontando i filmati di diversi sistemi di videosorveglianza, sono riusciti dapprima a risalire all’autovettura utilizzata dalla coppia lo scorso 22 giugno e, successivamente, a sequestrare indumenti compatibili con quelli utilizzati dagli autori del reato. Le ulteriori attività (studio dei tabulati telefonici e delle celle radio base, nonché analisi dei cellulari sequestrati agli indagati) hanno consentito di individuare un terzo uomo, gravemente indiziato di aver predisposto l’ordigno incendiario utilizzato (tipo molotov).

Due i video che incastrano i sospetti

Agli atti dell’indagine, in particolare, vi sono due video, uno relativo al sopralluogo effettuato sul sito poche dopo ore l’incendio ed uno riguardante l’ordigno incendiario. All’alba del 2 agosto, i Carabinieri di Anzio hanno eseguito l’ordinanza nel territorio di Aprilia, ove tutti gli interessati erano temporaneamente domiciliati. Al termine degli atti di rito, i due uomini sono stati tradotti presso la casa circondariale di Velletri e la donna presso il carcere di Rebibbia.

 

 

 

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