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‘Ndrangheta Anzio e Nettuno, chiuse le indagini: rischio processo per 66 persone

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'Ndrangheta Anzio e Nettuno

Associazione a delinquere di stampo mafioso. Questa l’accusa che potrebbe essere formalizzata per le 66 persone per le quali si sono chiuse le indagini da parte dei pubblici ministeri della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma in merito all’operazione che, lo scorso 17 febbraio, ha portato all’arresto di 65 persone ad Anzio e Nettuno.

A rischiare il processo, dopo l’avviso di conclusione delle indagini, sono appunto in 66. Tutti gli arrestati dello scorso febbraio, chi in carcere e chi ai domiciliari, erano stati indiziati, a vario titolo, di associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti aggravata dal metodo mafioso, estorsione aggravata e detenzione illegale di arma da fuoco. Ma anche di fittizia intestazione di beni e attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti aggravato dal metodo mafioso.

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I gruppi criminali

Secondo quanto emerso dalle investigazioni condotte dai carabinieri, due erano i gruppi criminali che gestivano gli “affari”, al cui comando c’erano Giacomo Madaffari, Bruno Gallace e Davide Perronace. Secondo l’accusa, avrebbero ricostruito su Anzio e Nettuno delle vere e proprie filiali delle ‘ndrine Calabresi, con l’intenzione di conquistare il litorale a sud di Roma. Predominio che i carabinieri hanno verificato nel traffico internazionali degli stupefacenti: i clan importavano cocaina dal Sud America. Le indagini hanno infatti permesso di appurare l’importazione dalla Colombia e l’immissione sul mercato italiano di 258 kg di cocaina disciolta nel carbone. I Carabinieri hanno anche ricostruito e puntato l’attenzione sul progetto del sodalizio di acquistare e  importare da Panama 500 kg di cocaina occultata a bordo di un veliero. 

Ma gli interessi dei clan erano anche altri e variano dallo smaltimento dei rifiuti alla gestione e il controllo di attività economiche in più settori, da quello ittico alla panificazione. E, cosa importante, miravano al controllo egemonico sul territorio, anche attraverso accordi con organizzazioni criminose omologhe o servendosi di  infiltrazioni nelle amministrazioni comunali.

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