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Omicidio Anzio, l’avvocato dei fratelli Ed Drissi e il paragone con i fratelli Bianchi: «Questa volta Willy si è difeso»

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Omicidio Anzio

Un paragone che ha lasciato tutti interdetti. Una frase choc, che di sicuro farà discutere a lungo. L’avvocato di Adam e Ahmed Ed Drissii due fratelli che ieri sono andati in caserma per raccontare quanto accaduto nella notte tra sabato 16 e domenica 17 luglio, ha fatto una dichiarazione pesantissima.

«Questa volta Willy si è difeso», ha detto il legale, Serena Gasperini. Una frase che arriva pochi giorni dopo la sentenza di condanna ai fratelli Bianchi, accusati di aver ucciso Willy Monteiro Duarte.

L’avvocato, in questo modo, paragona la vicenda avvenuta ad Anzio con quella successa a Colleferro. Mettendo gli assassini di Leonardo sullo stesso livello Willy, uno scricciolo che ha perso la vita per difendere un amico, massacrato di botte da pugili professionisti.

Paragone assurdo

Ecco, in comune queste due vicende hanno solo questo. Ci sono dei pugili. Solo che nella prima, quella di Willy, si tratta di una lotta impari, senza alcuna possibilità di difesa. E senza neanche alcun motivo. Senza neanche che vittima e carnefici si conoscessero.

Nella seconda, invece, la vittima conosceva chi lo ha ucciso. E i due fratelli non sono di certo dei buoni samaritani come invece lo era Willy. 

Leonardo Muratovic era noto alle forze dell’ordine a causa di alcune violenze avvenute in passato in un locale di Roma. In passato, una volta aveva creato problemi nello stesso posto dove sabato notte è stato ucciso, alla Bodeguita: lì aveva colpito dei tavoli con un machete. 

Adam, che si è accusato dell’omicidio del pugile apriliano di origine croata, era incensurato, ma il fratello no. Infatti Ahmed, pugile anche lui come il fratello, ha dei precedenti. Era stato arrestato sei anni fa per aver partecipato a un’azione intimidatoria in cui furono sparati colpi di arma da fuoco. E non solo: in un’occasione accoltellò il cognato.

Questo quadro fa capire quanta differenza può esserci con Willy. Un ragazzo che non aveva mai litigato con nessuno, che invece si prestava per aiutare il prossimo e che non era mai stato coinvolto in risse e non aveva nessun tipo di precedente penale.

L’uccisione di Leonardo

Ma, in ogni caso, le vittime vanno sempre rispettate. Leonardo Muratovic, da quanto emerge dai primi riscontri, sarebbe stato accoltellato all’emitorace con un fendente e, quando era già a terra sanguinante, sarebbe stato colpito ancora, con una bottigliata in testa. Se confermato, una violenza che si aggiunge alla violenza. 

Confermato il carcere

Intanto i due fratelli restano in carcere. Per entrambi il GIP di Velletri ha convalidato il fermo e i due dovranno rispondere di omicidio in concorso. Adam, il fratello più piccolo, si è addossato tutta la colpa del delitto. “L’ho colpito io, lui (Ahmed, ndr) non c’entra nulla”. Per cercare di alleggerire la loro posizione, i due fratelli hanno parlato di legittima difesa. Adam, infatti, ha raccontato che il coltello era di Leonardo. “L’ho colpito con il suo coltello per difendermi. È stata una disgrazia”. Ma, almeno finora, il giudice non gli ha creduto.

Omicidio Anzio, il giudice convalida gli arresti: i fratelli restano in carcere

 

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