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Ardea, ancora occupazioni abusive alle Salzare, ‘presa’ l’ex casa del portiere: “Ho tre figli, mi serve la residenza”

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Casa occupata ad Ardea da alcuni stranieri

Ancora occupazioni alle Salzare, ancora una storia di illegalità che arriva da Ardea dettata, probabilmente, anche dalla disperazione. Il dramma sociale in questi casi è infatti a 360° e di storie come questa, purtroppo, sotto la Rocca ce ne sono diverse, specie dopo l’avvio delle demolizioni nella zona. L’ultima in ordine di tempo riguarda l’ex abitazione destinata al portiere del ‘serpentone’, rimasta oggi poco più di un rudere senza luce, né gas e priva di qualsiasi altro tipo di utenza (mancano perfino le finestre e anche il tetto è chiuso in modo precario). Qui, secondo quanto ricostruito, vivrebbe una donna straniera, sulla quarantina, con tre figli, due dei quali, sembrerebbe, molto piccoli.

Occupazioni abusive ad Ardea alle Salzare

La donna avrebbe quindi occupato l’alloggio precario del guardiano dell’ex complesso immobiliare delle Salzare attualmente sotto demolizione. A far trapelare la notizia è stata una richiesta di residenza “anomala” inoltrata al Comune dalla donna, riferita proprio a quella struttura pericolante e fatiscente. Il tutto per cercare di ottenere una certificazione che le permetterebbe di accedere alle graduatorie per gli alloggi popolari di cui comunque, è bene ricordarlo, Ardea in questo momento non dispone. Senza contare che, a prescindere, non sarebbe possibile rilasciare una residenza, considerate le circostanze (se non lì, l’occupante punterebbe ad ottenerla quanto meno presso la Casa Comunale di Ardea, ndr). Sulla questione, sicuramente complessa data la fragilità dei soggetti coinvolti, sono comunque in corso gli accertamenti della Polizia Locale. Se verrà accertata l’effettiva occupazione abusiva dell’immobile si dovrà allora avviare tutto l’iter del caso. 

Sgomberi Salzare, ‘Trattati come delinquenti e buttati in mezzo alla strada anche se disabili e con bimbi piccoli: da qui non ce ne andiamo’ (ilcorrieredellacitta.com)

Ancora occupato l’Istituto delle suore sul lungomare

Ma questa non è l’unica storia di quella che potremmo definire come “l’onda lunga” degli sgomberi e delle demolizioni alle Salzare. Come documentato nell’ultimo numero cartaceo de Il Corriere della Città (giugno 2023, pagine 18 e 19) gli sgomberati dalle palazzine, in alcuni casi, hanno occupato altre strutture rifiutando le proposte del Comune. Come è a venuto per la struttura religiosa situata sul lungomare degli Ardeatini a poche centinaia di metri dal confine con Torvaianica, di proprietà della Curia. Qui infatti, a cavallo tra maggio e giugno, approfittando dell’assenza delle suore, diverse persone con bambini al seguito hanno occupato i locali della casa-famiglia “Istituto Santa Maria”: si tratta in tutto di una ventina di persone in tutto, tra cui 13 adulti, di cui uno disabile e una ragazza ipovedente, e 6 bambini, tra cui due neonati. Per loro l’amministrazione aveva offerto una soluzione temporanea, alloggi in hotel o strutture per un tempo limitato, poi le famiglie avrebbero dovuto prendere provvedimenti autonomi; un’eventualità che hanno respinto, trovando “un’alternativa migliore” che, sperano, possa essere più a lungo termine.

Situazione invariata

Dal nostro servizio è passato circa un mese ma la situazione, a quanto pare, è rimasta invariata. Anzi, le suore hanno anche rinunciato a presentare denuncia di occupazione. Del caso sono state informate tutte le autorità competenti e adesso si cerca di capire quale possa essere la soluzione per queste persone. Le religiose, dal canto loro e costrette dalle circostanze, hanno messo a disposizione una parte della casa-famiglia permettendo agli sfollati di restare. “Il sindaco in un’intervista in tv ha detto che ci avrebbe dato un’abitazione: adesso deve mantenere la parola”, avevano dichiarato nelle scorse settimane. “Non ho mai affermato che il Comune o che io personalmente avrei dato una casa a tutti gli occupanti delle Salzare”, era stata la replica del Sindaco Cremonini. “Sarebbe stato impossibile, non ci sono né le disponibilità economiche né le abitazioni per poterlo fare. L’amministrazione fa quello che è nelle sue possibilità: purtroppo non abbiamo case definitive e il Comune non può farsi carico di una spesa di tale importanza. Aiuteremo queste persone per quanto possibile e nei modi possibili”. 

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