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“Pignani ci ha guardato negli occhi con la pistola in mano ma non ha sparato”: il racconto choc dei vicini del killer di Ardea

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Strage di Ardea racconto dei vicini

A pochi giorni dalla strage di Ardea, i dettagli che stanno emergendo sono inquietanti, fanno raggelare. Come se questa vicenda non fosse già di per sé triste, illogica, difficile da accettare.  Chi in quegli istanti ha incrociato il killer, Andrea Pignani, non riesce a capacitarsi, a trovare una spiegazione a quella furia omicida. Ma c’è anche chi, tra i residenti di Colle Romito, si sente quasi “miracolato” perché è ancora vivo, non è stato sparato e può raccontare quei terribili momenti. 

Strage di Ardea, il racconto dei testimoni 

Quell’uomo aveva la pistola in mano, mi ha guardato fissa negli occhi. Mi si è gelato il sangue”. Sono queste le parole di Marzia, una residente che proprio in quei momenti, quando Salvatore, Daniel e David già erano stati uccisi, ha incontrato Andrea Pignani, il killer. Marzia e suo marito Ilario, vicini di casa della famiglia Fusinato, stavano percorrendo via degli Astri in auto quando hanno incrociato Pignani, uno sguardo che, con il senno di poi, difficilmente dimenticheranno: “Non riesco a togliermelo dalla testa. Sono viva per miracolo e ancora non me lo spiego. Le prime persone che ha incontrato nel tragitto per tornare a casa siamo stati noi e Carol, la mamma dei bimbi, che in quell’istante stava passando con la sua auto al parco, dopo che a piedi aveva visto in lontananza uno dei figli disteso a terra”. 

I due coniugi hanno ripercorso quei momenti, hanno scandagliato quella giornata, fatta di rabbia, urla e disperazione. Marzia e Ilario, lui ex poliziotto della Polizia Penitenziaria, hanno sentito gridare Domenico (il papà dei fratellini) e un vicino di casa che li avvisava della presenza di un uomo armato in strada. E’ così che Ilario ha ingranato la marcia, ha messo in sicurezza la moglie e ha iniziato a inseguire con l’auto, fino a casa,  Pignani. Poi la telefonata di Marzia, arrivata come un fulmine a ciel sereno: “Hanno sparato ai figli di Domenico e a un signore, vieni qui”.  

Ilario è arrivato sul posto, ha visto la terribile scena e non ci ha pensato due volte a mettersi sulle tracce di Pignani, di quell’uomo che poco prima aveva incrociato per strada. L’ex agente della Polizia Penitenziaria ha incontrato una pattuglia dei Carabinieri, gli ha indicato la casa del killer e ha citofonato. Ad aprirgli il cancello la mamma del 35enne, Rita Rossetti: “Tuo figlio ha sparato a due bambini, esci subito”. Nel frattempo, Andrea era salito sul tetto dell’abitazione, poi si era barricato in quella casa dove ha premuto il grilletto anche contro se stesso. Marzia ricorda quegli attimi che difficilmente dimenticherà, quelli di una madre che come ha sentito gli spari è andata a cercare i suoi figli. Quei bambini che stavano giocando nel parco come una domenica qualunque. “Quando sono arrivata – racconta Marzia –  Salvatore stava a faccia in giù e aveva ancora i piedi sui pedali, mentre i bambini stavano a terra e ansimavano. Era già arrivata la loro mamma che appena ha sentito gli spari, per istinto materno, è andata a cercarli prima a piedi e poi, in auto”. 

Strage di Ardea: i funerali e l’autopsia

Domani a Ostia, nella chiesa di Santa Maria Regina Pacis, si celebreranno i funerali di Daniel e David, i fratellini di 10 e 5 anni che hanno perso tragicamente la vita quella domenica. Sempre domani, a Valmontone, ci sarà l’ultimo addio a Salvatore Ranieri, il 74enne che in sella alla sua bici ha cercato di difendere i piccoli e che è stata ucciso da quella furia omicida. 

Nella giornata di ieri, i militari hanno effettuato un altro sopralluogo nella casa del killer, con l’obiettivo di “scavare” nella sua vita e ricostruire la sua personalità, controllando a tappeto elementi che potrebbero essere utili per le indagini. L’autopsia  ha fatto emergere che Pignani si è ucciso con un solo colpo alla tempia, con la stessa pistola che aveva utilizzato poco prima contro i fratellini e Salvatore Ranieri. Daniel colpito al petto, David alla gola e Salvatore con un colpo fatale alla nuca. 

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