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Sfasci di Roma delocalizzati a Ciampino, il no del sindaco Colella: ‘Faremo sentire la nostra voce’

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autodemolitori centocelle

“Quella macchina qua devi metterla là… Quella macchina là devi metterla qua. C’è da spostare una macchina!”, così cantava, nel 1988, Enzo Salvi. Ma adesso, 34 anni dopo, di macchine da spostare ce ne sono a migliaia. Oltretutto rottamate. Quelle degli sfasci di Roma, da tempo al centro delle polemiche. 

Dopo lo spaventoso incendio del 9 luglio scorso a Centocelle, partito proprio da via Palmiro Togliatti e dagli autodemolitori che costellano la strada, il sindaco di Roma ha pensato di delocalizzare le attività.

Al momento l’ipotesi più concreta è che vengano spostati in estrema periferia, al confine con Ciampino

La reazione del Sindaco di Ciampino

“Esprimo con fermezza la nostra contrarietà all’ipotesi, allarmante, di delocalizzare le attività degli autodemolitori Centocelle all’altezza del nostro Comune”. Questa la reazione del sindaco Emanuela Colella.

“Per il momento si tratta di voci che stanno circolando e per questo aspettiamo una pronta smentita da parte del Sindaco Gualtieri – aggiunge la Prima Cittadina – La nostra è una Città su cui grava il forte impatto di un aeroporto che, nonostante il Decreto Costa, fatica a rispettare le prescrizioni a tutela della salute dei cittadini. Ora apprendiamo a mezzo stampa di una nuova minaccia nei nostri confronti: le attività di autodemolizione sono infatti estremamente impattanti dal punto di vista ambientale e pericolose, basti pensare all’incendio del 9 luglio, i cui effetti sono arrivati fino a Ciampino.

Se questa notizia fosse confermata – conclude – l’Amministrazione capitolina dovrebbe spiegarci per quale motivo non c’è stata alcuna interlocuzione preliminare con il nostro Ente, disponendo di fatto un trasferimento d’ufficio, che arrecherà enormi problemi alla nostra comunità. Delocalizzare le attività fuori dal centro di Roma impattando di fatto zone periferiche o, peggio, altri centri urbani cittadini, non può mai essere la soluzione. Se non sarà così, inutile dirlo, non staremo a guardare per far valere le nostre ragioni”.

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