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Omicidio Willy, parla Gabriele Bianchi: ‘Non l’ho ucciso io, ho chiesto scusa alla mamma’

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Gabriele Bianchi

Continua a dirsi innocente Gabriele Bianchi, uno dei ragazzi condannati, un anno fa, all’ergastolo per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, il giovane di 21 anni che nella notte tra il 5 e il 6 settembre del 2020 ha perso la vita a Colleferro, nella zona della movida. Un omicidio brutale, una pagina terribile che ha sconvolto l’Italia intera: Willy, che aveva appena terminato il suo turno di lavoro, aveva raggiunto gli amici di sempre, aveva cercato di fare da paciere. Ed era finito per essere massacrato, tra calci, pugni, spintoni. Lui che era stato lasciato lì a terra, ormai senza vita. 

Gabriele Bianchi: ‘Sono innocente, non ho ucciso io Willy’

“Non è facile parlare di un ragazzo che non c’è più. Non è vero che non ho mai parlato del dolore della famiglia. Mi sono inginocchiato e ho chiesto scusa” – ha detto Gabriele Bianchi ai giudici della Corte d’Assise d’Appello di Roma. Lui che, insieme al fratello Marco, è stato condannato all’ergastolo in primo grado, da dietro le sbarre del carcere continua a urlare la sua innocenza. Tra quei continui rimpalli di responsabilità, tra giustificazioni e la triste realtà: Willy è morto. 

Omicidio Willy, i giudici: ‘Furia cieca dai fratelli Bianchi, sapevano di poter uccidere’

“Mi hanno dato l’ergastolo perché dicono che ho dato colpi, ma non è vero” –  ha proseguito Gabriele Bianchi. “Non sono un pazzo omicida. Siamo andati perché chiamati e richiamati dagli amici, ma è stato un errore. In carcere ho rivisto quegli attimi e ho capito il dolore della famiglia. Sento dentro di me un peso per quello che è successo, ma non sono un assassino, non sono un uomo senz’anima. Non ho colpito Willy e so che voi lo accerterete. Io dovrò rispondere solo per ciò che ho fatto e forse anche per essere andato lì” – ha spiegato.

Per il pg l’ergastolo va confermato

Il 4 luglio scorso, poco più di un anno fa, la corte d’assise di Frosinone ha deciso le condanne e ad aprile scorso l’accusa ha spiegato ai giudici d’appello i motivi per i quali quell’ergastolo va confermato. “Willy è stato ucciso in un contesto confuso” – ha spiegato il sostituto procuratore di Velletri. Tutto è partito dalla discussione con Belleggia, poi la lite è degenerata con l’arrivo dei fratelli Bianchi. E secondo molti testimoni, ascoltati nel tempo, sarebbe stato proprio Gabriele a sferrare il primo e violento calcio al petto del 21enne. Il pm non ha dubbi: tutti hanno partecipato, a loro modo, al pestaggio “contro un soggetto che non ha avuto nemmeno il tempo di accorgersi che stava morendo. Willy non ha reagito e ha annaspato alla ricerca dell’aria, perché è stato massacrato per 50 secondi”.

Il rappresentante dell’accusa, nel corso della requisitoria, ha affermato che la morte di “Willy è un evento indecente, è assurda nei motivi e nelle modalità che l’hanno determinata”. In quei 50 secondi per il pg tutti gli imputati non si sono fermati. Anzi, avrebbero ‘intensificato la condotta: lo hanno fatto agendo in quattro contro uno, proseguendo per tutto questo tempo a martoriare Willy, infierendo su un corpo che, sin dai primi secondi, già appariva totalmente remissivo’. 

Nonostante questo, però, i fratelli Bianchi continuano a dirsi innocenti. Ma per la mamma di Willy, che in pochi istanti ha perso un figlio, Gabriele deve farsi un esame di coscienza prima di chiedere scusa. Indietro, purtroppo, non si può tornare. 

Omicidio Willy, il pg: ‘Lo hanno ucciso in 50 secondi, confermare l’ergastolo ai fratelli Bianchi’

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