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Sul primo volo dalla Cina, nessun test anti-Covid a Fiumicino: “L’ordinanza non era ancora in Gazzetta Ufficiale”

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Grosso bluff sui tamponi obbligatori per i passeggeri provenienti dalla Cina. Infatti, chi proveniva dalla destinazione di Chongqing con il volo delle 5.44, non ha subito nessuno screening anti-Covid 19 prima di uscire dall’Aeroporto di Fiumicino, dove faceva da tappa di destinazione italiana. Il problema sembra averlo creato un cavillo burocratico: l’ordinanza non era stata ancora inserita all’interno della Gazzetta Ufficiale, quindi impossibile da mettere in pratica.

Nessun controllo sul primo volo proveniente dalla Cina

Sarebbe allora da chiedersi: cosa ne sarà dei passeggeri scesi da volo adesso? Una domanda lecita, specie se ieri si conteggiava un viaggiatore su tre con il Covid-19 proveniente dalla Cina. Eppure, il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, era stato categorico sulla necessità di disporre l’obbligatorietà dei tamponi antigenici per tutti i passeggeri provenienti dalla Cina e in transito in Italia. Nel concreto però, sul volo della Hainan Airlines delle 5.44 e proveniente dalla città cinese di Chongqing, a nessun passeggero è stato effettuato uno screening  per valutare la positività al Covid-19 o quantomeno la misurazione della febbre. 

Eppure, Aeroporti di Roma era pronto a raccogliere il complesso compito di controllo dei passeggeri provenienti dalla Cina, allestendo degli spazi fin dalle 4 del mattino. Le squadre della Regione Lazio, al contrario, non hanno potuto mettersi invece in azione, poiché dopo l’annuncio del ministro Schillaci, l’ordinanza per essere operativa aveva bisogno di un ulteriore passaggio, ovvero la pubblicazione nella Gazzette ufficiale

Per mettere una toppa alla confusa situazione, sembra che lo Stato ricontatterà i passeggeri di questa mattina all’alba nelle prossime 48 ore per fargli i test anti-Covid. Tantissimo tempo, dove il passeggero inconsapevole di avere addosso il Covid-19, potrebbe tranquillamente visitare i luoghi più vissuti di Roma, o anche di qualche altra città italiana, e rischiare di contagiare altre persone, magari con una potenziale variante che può dar vita a una nuova e forte epidemia. 

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