Home » Frosinone News » Operata un tumore al seno inesistente: Asl condannata

Operata un tumore al seno inesistente: Asl condannata

Pubblicato il
furto in ospedale, al San Filippo Neri

Una notizia che nessuno vorrebbe mai ricevere, una diagnosi che spiazzante è dire poco e che ti porta, inevitabilmente, a rimodulare tanti aspetti della vita. Le è stato diagnosticato un tumore maligno al seno a seguito del quale si è reso necessario un intervento chirurgico. Protagonista della vicenda una donna che è però rimasta vittima di un grave errore medico. Infatti, a causa di uno scambio di provette in corsia, la signora è stata sì operata ma la situazione non era così grave dover richiedere intervento. A riportare la notizia il Corriere della Sera. 

Tragedia a Roma, neonata muore dopo il parto. I genitori: ‘Errore medico’

L’intervento chirurgico non necessario  

I fatti sono accaduti a Frosinone. Come dicevamo, in base al referto della biopsia, la donna viene sottoposta ad un complesso ed invasivo intervento chirurgico. Operazione effettuata presso il nosocomio del capoluogo ciociaro. L’operazione venne ritenuta dai medici anche molto urgente in quanto la neoplasia si stava diffondendo nel corpo. Tuttavia, una volta effettuata la vera biopsia del tessuto mammario asportato, il cancro è risultato essere molto meno grave, al punto tale da non rendere necessaria l’operazione, invasiva e dolorosa, effettuata. Un inutile calvario e com’è facile immaginare, non privo di conseguenze per la donna. Conseguenze non soltanto fisiche ma soprattutto psicologiche. A seguito dei fatti, la vicenda è finita nelle aule del tribunale. 

L’errore medico e la condanna dell’Asl 

Il perito nominato dal tribunale ha stabilito che le provette con il materiale prelevato mediante la biopsia erano state scambiate all’interno dell’ospedale, motivo per il quale il giudice che si è occupato della vicenda ha poi stabilito che la paziente: “È stata sottoposta ad un intervento chirurgico più invasivo, sulla scorta di una diagnosi di una forma tumorale maligna”. Alla luce di ciò, l’Asl è stata condannata a risarcire la signora di 11.500 euro per il danno biologico ed altri 1.500 per il consenso informato, oltre al pagamento delle spese legali. Soldi che, tuttavia, non potranno mai colmare il dolore e la paura provata in quei terribili momenti. 

Impostazioni privacy