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Affitti falsi all’insaputa dei proprietari per i permessi di soggiorno: 1.000 euro a pratica, così l’Agenzia Immobiliare lucrava sugli immigrati

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Permessi di soggiorno Latina

Un vasto giro di contratti d’affitto fasulli per favorire l’immigrazione clandestina. E’ questo, in sintesi, quanto scoperto dalla Guardia di Finanza che ha portato alla luce un sistema e un business ben collaudato sul territorio pontino. Tutto ruotava attorno ad un’Agenzia Immobiliare di Latina che parallelamente alla sua attività regolare ne aveva messa in piedi un’altra, illecita e ugualmente remunerativa. 

Il campo d’azione era il settore agricolo, ovvero la manodopera, prevalentemente indiana, impiegata nelle aziende pontine, che spesso finisce preda del caporalato. Ebbene, grazie a contratti di locazione fittizi, stipulati perfino all’insaputa dei reali proprietari, i braccianti riuscivano ad ottenere l’ingresso o l’ulteriore permanenza nel nostro Paese. Costo: 1.000 euro per ciascuna pratica. Nove in tutte le persone coinvolte, finite segnalate – a vario titolo – per i reati di falso, sostituzione di persona e favoreggiamento all’immigrazione clandestina.

Affitti falsi latina per il permesso di soggiorno
Braccianti agricoli nei campi/ilcorrieredellacitta.com

 

 

 

Le indagini

L’indagine trae origine da un’attività di polizia economico-finanziaria condotta dai Finanzieri del Gruppo di Latina nei confronti di un’agenzia immobiliare operante nel capoluogo pontino, nell’ambito della quale è stato ricostruito un modus operandi che ha permesso di ipotizzare uno strutturato sistema, realizzato attraverso un impianto organizzativo perfettamente rodato e altamente remunerativo, finalizzato al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina avvalendosi di contratti di locazione immobiliare falsi, funzionali a favorire illegalmente l’ingresso oppure l’ulteriore permanenza nel territorio dello Stato di cittadini stranieri.

In tale contesto, l’attività investigativa, svolta sotto la direzione del Procuratore Capo di Latina Dott. Giuseppe De Falco, ha consentito di acquisire una serie di elementi idonei ad ipotizzare – fatta salva chiaramente la presunzione di innocenza sino al completamento dell’iter processuale – possibili illeciti penali nei confronti delle 9 persone coinvolte. 

Durante l’attività sono stati inoltre sequestrati anche 80 gr. di hashish e 2 gr. di cocaina, con la conseguente denuncia di una persona all’AG. per detenzione illecita di sostanze stupefacenti. L’attività di servizio riportata, precisano dal Comando Provinciale delle fiamme gialle di Latina, testimonia lo sforzo operativo della Guardia di Finanza, in stretta sinergia con l’Autorità Giudiziaria, nella lotta a ogni forma di illecito in pregiudizio dell’ordine e della sicurezza pubblica.

Come funzionava il sistema

Ma entriamo nei dettagli per capire come funzionava il sistema. In particolare, a seguito di una mirata attività di analisi su alcuni contratti di locazione immobiliare stipulati in favore di persone di origine prevalentemente indiana (gran parte delle quali impiegate nel settore agricolo), sono state rilevate diverse anomalie, sulle quali, sin da subito, si è concentrata l’attenzione delle Fiamme Gialle pontine.

A far nascere i sospetti ad esempio l’esistenza di plurimi contratti di locazione aventi ad oggetto lo stesso appartamento (peraltro di modeste dimensioni) e il medesimo arco temporale – stipulati in favore di un numero elevato di cittadini extracomunitari; e ancora: la presenza di contratti di locazione stipulati all’insaputa di ignari/reali proprietari, con il rischio concreto peraltro per quest’ultimi di vedersi ingiungere richieste di pagamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate.

L’intermediario del Pakistan

Grazie alle testimonianze dei proprietari degli immobili in questione, all’analisi della documentazione acquisita nel corso delle perquisizioni locali nonché alle attività investigative dei Militari sul territorio, è stato possibile svelare l’esistenza di un’attività di fatto “di servizi per l’immigrazione” gestita dagli amministratori della sopracitata agenzia immobiliare parallelamente a quella ordinaria e ufficiale.

Questi ultimi, grazie all’intermediazione di un cittadino pakistano, incaricato di reperire sul territorio i “clienti” (prevalentemente di origine indiana), predisponevano, utilizzando documentazione precedentemente acquisita in copia per finalità connesse all’attività principale d’impresa (documenti di identità, estremi catastali, codici fiscali etc.), contratti di locazione falsi, riportanti l’apposizione della firma falsa dei proprietari, al solo fine di permettere, dietro compenso (pari a circa 1.000 euro “per pratica”), l’illecito ottenimento del nullaosta da parte della competente Autorità per l’ingresso nel territorio dello Stato.

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