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Roma, Latina e Frosinone, brutte notizie: saranno tra le province italiane con più disoccupati nel 2023

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istat

Roma, Latina e Frosinone con più disoccupati rispetto a quanti ce ne sono stati finora: questo è quello che si prospetta per l’immediato futuro. L’anno che sta per iniziate sarà abbastanza duro in termini economici e lavorativi. Infatti, secondo la CGIA Mestre (Associazione Artigiani e Piccole Imprese) rispetto al 2022 la crescita del Pil e dei consumi delle famiglie è destinata ad azzerarsi e ciò porterà ad un aumento del numero dei disoccupati, almeno di 63 mila unità: il numero complessivo dei senza lavoro nel 2023 sfiorerà quota 2.118.000

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Roma, Latina e Frosinone: i numeri allarmanti

Le situazioni più critiche per quanto riguarda la disoccupazione italiana, si verificheranno nel Centro-Sud: Napoli, Roma, Caserta, Latina, Frosinone, Bari, Messina, Catania e Siracusa saranno le province che registreranno gli incrementi maggiori. A comunicarlo è l’Ufficio studi della CGIA sulla base di un’elaborazione dei dati Istat e delle previsioni Prometeia. Proprio l’Istat, qualche giorno fa, ha comunicato che ad ottobre l’occupazione ha toccato il record storico che, a quanto pare, rischierebbe di esser battuto dal nuovo anno. il Centro-Sud sarà la ripartizione geografica più colpita: l’incidenza della sommatoria dei
nuovi disoccupati di Sicilia (+12.735), Lazio (+12.665) e Campania (+11.054) sarà pari al 58 per cento del totale nazionale. Le province del Lazio che più risentiranno di queste criticità saranno Roma, dove i disoccupati aumenteranno di circa 5.299, Latina (+3.160) e Frosinone (+2.805). Quindi, nel Lazio, nel 2023, ci saranno 12.665 nuovi disoccupati tanto che i senza lavoro passeranno da 203.873 unità del 2022 a 216.538 del 2023 con un aumento del 6,2%: il doppio della media nazionale che corrisponde al 3,1%.

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Le attività calano le saracinesche 

L’anno che sta per giungere sembrerebbe portare non molte novità positive per i lavoratori e per alcuni settori. Infatti, secondo un’analisi effettuata dai comparti di competenza, i settori più a rischio sarebbero quelli manifatturieri, specie quelli energivori e più legati alla domanda interna che potrebbero subire dei contraccolpi occupazionali. Invece, le imprese più attive nei mercati globali tra cui quelle che operano nella metalmeccanica, nei macchinari, nell’alimentare-bevande e nell’alta moda saranno meno
esposte. Inoltre, secondo il sentiment di molti esperti e imprenditori, potrebbero registrare le perdite di posti di lavoro più significative i trasporti, la filiera automobilistica e l’edilizia poiché penalizzata dalla modifica legislativa relativa al superbonus. Infine, secondo gli ultimi dati presentati giovedì scorso dall’Istat, dal febbraio 2020 fino a ottobre 2022, i lavoratori indipendenti sono scesi di 205 mila unità, mentre i lavoratori dipendenti sono aumentati di 377 mila. Questi sono anni duri per tutti i cittadini italiani, a prescindere dalla professione che esercitano. Le nostre città stanno diventando sempre più vuote e grigie dato il vasto numero di saracinesche abbassate che, purtroppo, non verranno più rialzate. Il numero sempre più basso di attività e uffici presenti in una città portano, di conseguenza, ad un aumento dei livelli di degrado data la poca frequentazione di quei territori.

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