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S’imbottisce di tranquillanti e droghe, ragazza 17enne tenta il suicidio in casa famiglia

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S’imbottisce di tranquillanti e droghe, ragazza 17enne tenta il suicidio in casa famiglia. La storia, ripresa da Latina Quotidiano, racconta di una ragazza devastata nella psiche da quando è approdata all’interno della struttura minorile. Non solo un ambiente duro e che probabilmente l’ha messa in contatto con le droghe, ma anche un luogo dove si sta rendendo più complesso un suo percorso di vita: la transizione per il suo riconoscimento sessuale.

S’imbottisce di tranquillanti, ragazza tenta di togliersi la vita in casa famiglia

Nonostante le notevoli difficoltà che hanno portato la giovane all’interno di una casa famiglia, la madre è frustrata da come sta venendo trattata sua figlia. In merito racconta: “L’unica soluzione trovata è stata quella di sottrarla a noi e di metterla in una struttura convenzionata dove ci sono minori privi di una famiglia, lì ha accesso a pasticche, sappiamo che assume droghe e alcol”. Insomma, più che trovare un percorso di rieducazione, la giovane avrebbe visto al contrario l’apertura al mondo delle dipendenza. Alcol, droghe e psicofarmaci a volontà. Ma cosa fa chi dovrebbe controllare questi ragazzi nella struttura?

La mamma espone i problemi della figlia e di come sia un caso clinico complesso, peraltro ben conosciuto anche dalle assistenti sociali che hanno preso in mano il suo particolare caso: “Mia figlia ha problemi psichici gravi e ha tentato il suicidio già altre volte – racconta la mamma – L’unica soluzione trovata è stata quella di sottrarla a noi e di metterla in una struttura convenzionata dove ci sono minori privi di una famiglia, lì ha accesso a pasticche, sappiamo che assume droghe e alcol; l’ultimo gesto è stato gravissimo e noi temiamo che ci sarà una prossima volta, se nessuno la controlla o le impedisce di accedere ai farmaci potrà finire malissimo”.

La ragazza avrebbe tentato di togliersi la vita la scorsa notte, ingoiando un grande quantitativo di tranquillanti. Oggi è ricoverata a Roma, ma le domande sono molteplici. Dove ha preso quelle pastiche? Perche una ragazza con evidenti disturbi psicologici, non è sorvegliata notte e giorno? Ma soprattutto, perché una ragazza del genere non vengono erogate da un medico, o da altro personale sanitario, le quantità giuste di farmaci durante la giornata?

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