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Nasconde 15 chili di droga nella ‘palestra’: arrestato pugile pusher

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Aveva improvvisato una palestra all’interno di un garage. Lì avrebbe dovuto allenarsi e allenare giovani pugili, nella speranza che diventassero campioni. Ma, per sbarcare il lunario, evidentemente non bastava. Quindi usava il garage come base di spaccio. E probabilmente otteneva risultati migliori come pusher che come pugile, a livello economico. 

Lui, G.L., 52enne di Roma, ex pugile professionista, adesso che non gareggiava più, era comunque rimasto nell’ambito dello sport. E nel garage della sua abitazione di via di Acilia, alle Terrazze del Presidente, aveva avviato la sua attività. Doppia. 

Il controllo

La scoperta di quanto avveniva nella palestra improvvisata è avvenuta due mesi fa. Due carabinieri della Stazione di Acilia hanno fermato l’uomo, il 23 maggio di quest’anno, per un controllo. Il pugile si trovava all’esterno della sua abitazione. Senza che gli fosse stato chiesto, racconta ai militari di essere un pugile che allena aspiranti campioni nel suo box.

Ma nelle parole del 52enne c’è qualcosa che non convince i carabinieri e fa scattare un campanello d’allarme. Gli chiedono abbia stupefacenti, ma lui risponde di avere solo un po’ di hashish per uso personale.

I carabinieri, che nei giorni precedenti grazie ad alcuni pattugliamenti della zona avevano iniziato a sospettare che potesse esserci un giro di spaccio tenuto proprio dal pugile, decidono di andare a fondo e decidono di fare un controllo nella “palestra”. 

La scoperta e l’arresto

Lì i militari trovano  oltre 15 chili di droga: 13 chili di hashish e 2,5 chili di marijuana. In più il pugile aveva nascosto il materiale per il confezionamento e il taglio della droga. I carabinieri trovano inoltre 1.500 euro in contanti, ritenuti frutto dello spaccio. L’uomo viene quindi tratto in arresto e portato ai domiciliari in attesa del rito abbreviato.

La condanna

Ieri il 52enne è stato riconosciuto colpevole in primo grado dal giudice del Tribunale di Roma, che lo ha condannato a 3 anni di reclusione e a una multa di 8mila euro.

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