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Pomezia, il “tesoro” abbandonato alla Selva dei Pini: bungalow chiusi e ridotti a (pericolose) discariche nell’oasi protetta

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Selva dei Pini Pomezia

Un’area verde, incontaminata e perfino riconosciuta come riserva naturale. Parliamo del polmone verde della città di Pomezia, ovvero la Sughereta. Un’area bellissima, una macchia naturale circondata dall’abitato della città di Pomezia, diventata ‘Riserva’ dopo tante battaglie dei cittadini. Eppure, ad oggi, il parco presenta una realtà a due facce: una, all’apparenza, di area verde anche abbastanza curata e funzionale dove peraltro insistono ad esempio gli edifici del Comune di Pomezia nonché diversi impianti sportivi attivi (non tutti però); l’altra, paradossalmente, quella proprio all’interno della Riserva Naturale della Sughereta, completamente abbandonata al suo (triste) destino. Parliamo in tal senso dei numerosi bungalow in legno un tempo utilizzati dall’Università e che ora, chiusi da anni, sono stati ridotti a delle vere e proprie discariche. E sono perfino pericolosi considerando che l’accesso in alcuni di questi è consentito a chiunque.

Cosa abbiamo trovato nella riserva naturale della Sughereta alla Selva dei Pini a Pomezia

Sì perché lo scenario che si è presentato ai nostri occhi è stato davvero desolante. Come è noto parte della Selva dei Pini, entrando dalla Pontina, non è accessibile in auto ma solo a piedi o con la bicicletta; si entra cioè nell’area protetta vera e propria che, a questo proposito, dovrebbe essere quella più valorizzata. E invece, per la totale indifferenza delle Istituzioni, sia per ciò che riguarda l’Ente gestore, il Parco dei Castelli Romani, sia per quanto concerne il Comune di Pomezia, non è così. Innanzitutto ci avviciniamo alla casa del parco, edificio in cui eravamo stati ospitati qualche anno fa per incontrare l’Associazione Comunità Pontina Parchi e Sistema Naturali (CPPS) – uno dei direttivi storici che si occupano della Riserva considerando che trae origine dall’allora comitato promotore per far diventare area protetta la Sughereta – per parlare della tutela di quest’area prevenendo e contrastando comportamenti illeciti (gare di motocross, accensione di fuochi, ecc) che si verificavano al suo interno. L’edificio, purtroppo, è chiuso e non si hanno notizie in merito.

Ma il problema principale riguarda le altre strutture presenti. Si tratta di fabbricati in legno di dimensioni significative e che per questo si presterebbero a molteplici utilizzi. Purtroppo però sono chiusi da tempo – sarebbero infatti inagibili – e ormai i segni di abbandono sono più che evidenti. Oltre alle misure disposte per impedire l’accesso agli estranei, sbarre, lucchetti e quant’altro, è possibile constatare come le pareti di molti bungalow siano state vandalizzate da ignoti anche con simboli inneggianti al nazismo tanto per non farci mancare nulla. Ma, cosa ancor più grave, in alcuni di essi, nei locali sottostanti, è ancora possibile accedere.

Bungalow trasformati in discariche pericolose alla Selva dei Pini (ma non solo)

Dove le porte sono aperte si accede infatti a quelli che un tempo erano i magazzini a rifornimento delle aule. E qui abbiamo trovato davvero di tutto. Riviste, testi stampati, cataste intere di sedie e banchi, tutto buttato e lasciato letteralmente marcire in questi locali. Uno spreco abnorme di risorse economiche a prescindere se siano riferite a fondi pubblici, il che sarebbe ancora più grave, o meno. E ancora. Tubi, materiali di ogni sorta, travi, calcinacci, vetri rotti. Ogni stanza è una specie di mondo a sé. Ma c’è dell’altro. In questa parte della Selva dei Pini insistono anche dei gazebo e delle attrezzature per bambini; riguardo ai primi alcuni sono stati sostituiti dal Comune di Pomezia – due sono nuovi di zecca – altri risultano danneggiati e pericolanti. In un altro bungalow abbiamo rinvenuto una catasta di rifiuti addossati su un lato. Altri pericoli sono rappresentati inoltre da tombini divelti e scoperti e dagli arredi di varia natura che risultano danneggiati. Ricordiamo poi che a tenere banco c’è sempre il caso della piscina che, a causa di un contenzioso sorto tra il Comune e il privato come vi avevamo raccontato l’estate scorsa risulta ad oggi chiusa e in stato di abbandono: e, stando a quanto appurato nel corso del nostro sopralluogo, non c’è nulla ad oggi che faccia presupporre – purtroppo – ad una riapertura nei prossimi mesi.

Abbandono Riserva Sughereta, intervista a Giampiero Castriciano, Presidente Associazione Comunità Pontina Parchi e Sistema Naturali (CPPS)

Dello stato di abbandono delle strutture presso la Sughereta ne abbiamo parlato con Giampiero Castriciano, Presidente dell’Associazione Comunità Pontina Parchi e Sistema Naturali (CPPS). Nel nostro ultimo incontro, come dicevamo, era stato possibile incontrarci nella casa del parco (era il 2019), la struttura che, a rotazione, veniva utilizzata anche da varie Associazioni – tra cui quella CPPS – per le proprie attività.

Presidente, partiamo proprio da qui. Perché la casa del parco ad oggi non è più accessibile?

“E’ quello che ci chiediamo anche noi. Questo era un locale importantissimo, strategico per coordinare le attività del Parco, e adesso invece è chiuso. Da quanto sappiamo ci sarebbero problematiche relative alla messa a norma di alcuni parti della struttura ma il che ci sembra quantomeno anomalo considerando che appena cinque anni fa l’edificio era stato ristrutturato. Da tre anni circa invece la casa del Parco è stata chiusa e non abbiano notizie circa una sua possibile riapertura”.

Come si spiega lo stato di abbandono di tutti questi bungalow? Oltre alla pericolosità di alcuni di questi, fa riflettere il vero e proprio spreco in tutti i sensi…

“La risposta è semplice: non si spiega. O meglio si spiega con la totale indifferenza dei due Enti che dovrebbero occuparsi di valorizzare questa stupenda e meravigliosa area verde, ovvero l’Ente Gestore, il Parco dei Castelli Romani, e ovviamente il Comune di Pomezia. Nulla è stato fatto per recuperare questo patrimonio, nulla è stato pianificato. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti”.

In passato con l’ultima Amministrazione, ci spiega Castriciano, si era parlato di recuperare uno di questi edifici “per destinarlo a foresteria per i ricercatori”, una struttura quindi a servizi degli studiosi del Parco e in generale della collettività. Ma poi non è stato fatto più nulla. “Nel 2021 – aggiunge Castriciano – abbiamo incontrato la Regione dopo l’incendio e anche in quel caso si era parlato di interventi ma alle parole non sono seguiti i fatti”.

A Pomezia ci saranno le elezioni: un appello al nuovo Sindaco affinché si occupi di questo tema?

“L’appello è quello di prendersi un impegno pubblico, fattivo, innanzitutto affinché la riserva naturale rimanga tale proteggendola da qualsiasi altro tipo di interesse. Il patrimonio di quest’area è importantissimo: va solo recuperato e valorizzato. E’ impensabile lasciare un tesoro così prezioso nel dimenticatoio”.

Le domande all’Ente Parco dei Castelli Romani

Considerando che attualmente il Comune di Pomezia è commissariato e a breve ci saranno le elezioni (rivolgeremo ovviamente tutte le domande al nuovo Sindaco) per cercare di saperne di più sul caso della Riserva Naturale della Sughereta ci siamo rivolti all’Ente Gestore, il Parco Regionale dei Castelli Romani. Purtroppo però alle nostre domande non ha ancora risposto nessuno. Ad oggi infatti, dopo aver chiamato inizialmente il centralino riportato sul sito ufficiale per avere informazioni, inviato due mail, di cui una PEC, nessuno ha dato riscontro alle nostre istanze. Eppure riteniamo fondamentale la trasparenza verso i cittadini che hanno il diritto di sapere sia dell’Ente Parco, sia dal Comune di Pomezia, cosa si intende fare per recuperare queste strutture. Per recuperare cioè questo enorme “tesoro” abbandonato.

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