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Pomezia, stato di agitazione dei dipendenti della sociosanitaria: “Chiediamo tavolo con il Commissario”. E il futuro dei lavoratori resta incerto

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Servizi sociali pomezia

Hanno proclamato lo stato di agitazione i dipendenti della Sociosanitaria, una delle società partecipate del Comune di Pomezia (ex Pomezia Servizi). Tra pochi mesi infatti l’azienda cesserà le proprie funzioni a seguito dell’adesione dell’Ente al nuovo Consorzio Sociale creato insieme al Comune di Ardea; ma in questa fase di transizione, in attesa del nuovo bando – atteso per giugno – che dovrà disciplinare e assegnare tutti i servizi, i lavoratori starebbero incontrando diverse difficoltà nello svolgere le proprie mansioni a causa della carenza di personale (oltre a non avere certezze sul quale sarà il loro futuro dopo anni e anni di servizio per il Comune). E per questo motivo hanno deciso di indire uno stato di agitazione.

Le società partecipate del Comune di Pomezia

Fino a qualche anno fa i servizi del sociale a Pomezia erano gestiti dalla partecipata del Comune chiamata “Pomezia Servizi”. Oggi invece le società controllate dall’Ente sono momentaneamente due: la Sociosanitaria per l’appunto e la Servizi in Comune. La prima però, come detto, esaurirà il suo compito a breve (anzi avrebbe già dovuto cessare la propria attività mesi addietro) mentre l’altra, che a Pomezia prima amministrava soltanto le farmacie, rimarrà, e già adesso si occupa di gestire alcuni servizi sociali come l’AEC scolastico, o il trasporto sempre scolastico degli alunni con disabilità, gli asili nido, fino ad arrivare alle attività di supporto all’ufficio tributi.

Di cosa si occupa oggi la Sociosanitaria e il futuro (incerto) dei lavoratori

Lo scorso anno, a questo proposito, la maggior parte dei dipendenti della Sociosanitaria, da quanto si apprende, sarebbe confluita nella Servizi in Comune mentre per i restanti al momento non si avrebbero certezze in merito al loro futuro lavorativo. In questa fase di transizione tuttavia proprio la Sociosanitaria, ci spiegano i lavoratori, ancora svolge servizi importanti quali il centro diurno, il pronto intervento sociale, l’assistenza domiciliare, tutti servizi che a breve verranno ri-assegnati.

“Il problema è che soffriamo di una carenza profonda di organico che non ci permette di svolgere al meglio il nostro lavoro”, ci spiegano i dipendenti. “Oltre al nostro servizio ordinario dobbiamo anche andare a coprire le lacune che si sono create in questi mesi in termini di personale, una situazione che ormai perdura da anni ma che si è acuita ultimamente in virtù di quanto detto“. È il caso ad esempio questo del Pronto Intervento Sociale che richiede una reperibilità H24.

Dopodiché c’è il problema del futuro incerto: “Da un lato non sappiamo che fine faremo quando la Sociosanitaria esaurirà le sue funzioniaggiungono – né se ci sarà margine, eventualmente, per rientrare nel nuovo bando del Consorzio e nel caso con quali modalità. Il paradosso è che siamo tutto personale specializzato spendibile nei servizi erogati dal Comune/Consorzio e dall’altra società, ma nonostante ciò il nostro futuro resta oltremodo incerto”.

Lo stato di agitazione: “Astensione dagli straordinari dei lavoratori”

A causa delle difficoltà incontrate, i lavoratori della Sociosanitaria, attraverso il Sindacato UILTuCs, hanno indetto lo stato di agitazione che da l’altro ieri, 14 febbraio 2023, prevede l’astensione dal servizio distrettuale di pronto intervento (reperibilità h24) quest’ultimo svolto dal Consorzio Pomezia Ardea“.

L’incontro con i vertici della Sociosanitaria, avvenuto nei giorni scorsi, non avrebbe dato infatti gli esiti sperati: “L’incontro richiesto all’azienda verteva su un tema fondamentale dei rapporti tra azienda e organizzazione Sindacale, ovvero sull’organizzazione del lavoro all’interno della società”, fanno sapere dalla UILTuCs. “La problematica principale affrontata è stata la carenza di organico che non si riesce a risolvere” e secondo il Sindacato ciò deriverebbe “dalla mancata volontà da parte aziendale di reperire il personale presso le agenzie interinali”.

Questo fa sì che il personale che effettua il Pronto Intervento Sociale è costretto, dopo aver lavorato le proprie ore di contratto, ad intervenire su chiamata in diversi orari nell’arco delle 24 ore. Vista la delicatezza del servizio non c’è termine della prestazione lavorativa e le lavoratrici ne sono pienamente coscienti ma questo fa sì che non si rispetta la normativa di legge che prevede le 11 ore di stacco tra una prestazione lavorativa e l’altra. Chiediamo pertanto un tavolo di confronto con il nuovo Commissario straordinario del Comune di Pomezia affinché si apra un tavolo con i lavoratori “, conclude quindi il Sindacato.

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