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Roma, 17 netturbini di Pomezia con “la mano lunga” all’AMA: così rubavano buste e materiali

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netturbini rubano rifiuti nell'impianto Ama di Pomezia

Non sembrano avere fine i guai che stanno travolgendo i dipendenti Ama, ormai da tanto, troppo tempo nell’occhio del ciclone. Dopo il furto di quasi 300 litri di gasolio è stato scoperto il furto di… rifiuti. L’azienda che si occupa dei servizi ambientali ha scoperto che 17 netturbini di Pomezia, addetti alla selezione di multimateriale, che sceglievano manualmente la spazzatura, non si occupavano solo di separare gli scarti, ma a fine turno portavano via buste di materiale. Operazioni che sono state immortalate dalle videocamere e che hanno incastrato gli operatori ecologici.

I netturbini trafugavano materiale che poteva essere rivenduto

Insomma i netturbini si erano organizzati in maniera tale da portare via: bottiglie di plastica, fili elettrici, lattine e anche imballaggi. Tutto materiale, come riporta Il Messaggero, che si rivende con facilità. Ma si sarebbero resi autori anche di aver rubato i bollini che nei supermercati vengono assegnati ai clienti più affezionati.

Ama ha incaricato investigatori di svolgere indagini

Ora i 17 lavoratori devono rispondere di ‘sottrazione di materiale, interruzione anticipata del turno di lavoro e di svolgere a fine di lucro o a titolo gratuito, durante l’orario di lavoro, attività differenti da quelle assegnate dall’azienda’. Ma Ama sospettava che qualcosa di strano stesse succedendo nell’impianto di Pomezia, perché ha dato incarico ad investigatori di fare accertamenti a riguardo. E le indagini, immortalate dai video, hanno portato alla luce il furto di rifiuti.

Le telecamere hanno immortalato diverse ‘stranezze’

A far scattare le indagini sono stati i responsabili dell’impianto che hanno segnalato troppe stranezze: operai che si allontanavano dal posto di lavoro, che si concentravano su altro tipo di attività, che lasciavano il nastro assegnato per concentrarsi su un altro e poi, a fine turno, andavano via con buste piene di materiali. Nell’ambito delle attività investigative, però, è emerso anche altro: qualcuno andava via prima della fine del turno di lavoro, altri invece di lavorare chiacchieravano con i colleghi e il sistema di smistamento che, in più occasioni, restava fermo a causa di carenza del personale che, invece, risultava sufficiente per la mole di lavoro.

Finiscono così, ancora una volta, nell’occhio del ciclone 17 netturbini Ama che ora saranno chiamati a chiarire le loro posizioni e, qualora non dovessero riuscire, rischiano il licenziamento.

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