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Allarme Hacker a Roma, aumentano gli attacchi informatici: i dati

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Attacco hacker su WhatsApp

Roma presa di mira da attacchi hacker. Sono i dati della Polizia postale a dare l’allarme per un fenomeno che dilaga e nel 2022 con un aumento del 195%. Un resoconto che fa paura se si considera l’aumento dei numeri dallo scorso anno quando, nello stesso periodo si registravano 401 attacchi hacker contro i 1.184 di quest’anno. Impennata che si rileva in tutto il Lazio, seppure non con la stessa rilevanza della Capitale.

Un impennata di casi

Roma risulta essere al centro degli attacchi informatici e lo testimoniano lo studio del Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche e del Nucleo operativo per la sicurezza cibernetica. Anche le persone indagate per reati informatici è levitato, nel 2021 erano 115, quest’anno sono salite a 274.

Complici nell’aumento dei crimini informatici la pandemia da Covid 19 e la guerra in Ucraina. “Un aumento significativo – spiega Ivano Gabrielli, direttore del Servizio della polizia postale e delle comunicazioni -, sia sul base nazionale sia su base regionale. Il Lazio non si è sottratto a un trend di crescita così importante. Aver improntato i sistemi organizzativi con lo smart working ha implementato gli attacchi hacker. Difficilmente torneremo indietro rispetto all’uso degli strumenti digitali, c’è stata una trasformazione del sistema economico e sociale del Paese in questi ultimi due anni. E, quindi, c’è da immaginarsi un’evoluzione di fenomeni del genere”.

L’invito anche ai privati a denunciare

Tanti gli attacchi registrati e tra quelli di maggior rilievo quello ai servizi informatici della Regione Lazio, il 30 luglio del 2021. È stato un susseguirsi poi di episodi simili e non solo a grandi aziende, ma anche a privati. Ed è questi ultimi che il direttore del Servizio della polizia postale e delle comunicazioni si rivolge per sollecitarli a rivolgersi presso gli uffici territoriali di Roma e di Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo, nel caso in cui ritengano di essere rimasti vittime di crimini informatici.

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