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Bimbo di 5 anni morto a Roma, spunta il video della presunta sfida: «Con la Lamborghini al Mc Donald’s»

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incidente Casal Palocco

Potrebbe esserci una sfida tra YouTubers sulla base della tragedia che ha portato alla morte del piccolo Manuel, il bimbo di 5 anni deceduto a seguito del tremendo impatto tra la Smart dove si trovava con la mamma e la sorellina di 3 anni e una Lamborghini con a bordo 4 ragazzi.

I ragazzi, poco prima di schiantarsi, avevano postato sui loro canali social – su Instagram, YouTube e TikTok – un video, rimosso poco dopo l’incidente, in cui si vantavano di essere a bordo della Lamborghini. Non solo. Si vantavano di essere ricchi e lanciavano una frecciata al noto chef Cracco.

Gioco finito male?

I ragazzi, star del web con i loro quasi 90 mila follower e conosciuti soprattutto nel X Municipio di Roma, avevano postato diversi video nelle ore precedenti, ma poi li avevano cancellati. Solo che la rete non perdona e qualcuno ha fatto in tempo a scaricarli prima che sparissero. In uno dei video, sempre lanciato sui social, girato 4 ore prima dell’incidente, si vede uno dei quattro ragazzi che suggerisce “Come si comportano i ragazzi di ora con una macchina di lusso“. Il giovane si rivolge a “Jessica” e le dice “Annamoce sopra, Jessica“. Sale sulla Lamborghini azzurro metallizzata e, forzando la voce, dice: “Mamma mia, mi sembra di cavalcare un drago. Daje, Jessica, sono il protagonista di Fast&Furios 27”.

Poi, sempre urlando, cambia sedile e a Jessica dice: “Qui possiamo farci un bambino e se ci esce femmina la chiamiamo Elettra Lamborghini”. Poi, neanche fosse una profezia, dice: “Questo con la Smart che sta facendo. Ah bello! La macchina tua costa 300 euro, usata al Conad. La mia costa un miliardo!” L’auto non è la loro, è stata noleggiata qualche giorno prima. Che sia davvero per una sfida social? Un gioco poi finito male?

Il video di oggi

Poco prima dell’incidente, un altro video, girato davanti al McDonald’s. “Lamborghini”, dice uno dei due ragazzi seduti davanti. “Sta andando tutto bene, anche se non scendiamo. È il secondo giorno in Lamborghini, le mie gambe si sono atrofizzate. Adesso siamo al Mc Donald’s. Viene fatta una battuta su Cracco. Dietro di loro si vedono gli altri due amici. 

Il video viene cancellato da Tiktok subito dopo l’incidente, ma qualcuno l’ha salvato. E li ha riconosciuti. Inizia a girare nelle chat. Nel frattempo i caschi bianchi che hanno effettuato i rilievi sul posto dove c’è stato l’incidente. E i cellulari vengono sequestrati, proprio per capire chi abbia girato i video e con quale scopo. La Smart è distrutta. Manuel, portato in codice rosso all’ospedale Grassi di Ostia, non ce l’ha fatta. È morto poco dopo, nonostante i tentativi disperati dei medici di salvargli la vita. La mamma e la sorellina, invece, sono state trasportate una al S. Eugenio, l’atra al Bambino Gesù, in codice rosso. Per loro la vita è cambiata totalmente. Le due auto vengono poste sotto sequestro e per i ragazzi potrebbe scattare, a vario titolo, l’accusa di omicidio stradale. Adesso per loro la sfida sarà con le loro coscienze. 

“Non insultate me, non c’entro nulla”

Cerca di tirarsi fuori, intanto, il titolare dell’autonoleggio che ha fornito la Lamborghini ai 4 ragazzi. “Esprimo tutto il mio cordoglio a nome mio e di tutto lo staff Skylimits alla famiglia del bimbo”, ha scritto. “Sono distrutto. Quando dico che facciamo un mestiere brutto mi riferisco anche a questo. Ricordo a tutto però che la dinamica è ancora poco chiara. Insultare noi perché noleggiamo auto a persone che possono incorrere o causare incidenti non serve a nulla. Cerchiamo di fare tutto nel miglior modo modo possibile o quanto modo ci proviamo. Le responsabilità verranno accertate e chi ha sbagliato pagherà. Un bacio piccolino”.

E intanto c’è chi punta il dito anche sui genitori dei ragazzi coinvolti. Alcuni testimoni infatti riferiscono che, giunti sul posto, si sono preoccupati solo di vedere che i loro figli stessero bene, senza neanche dare una parola di conforto alla mamma del piccolo Manuel, disperata per le condizioni del piccolo. “Quella ragazza era lì piangente, perché aveva capito che il figlio era in fin di vita”, racconta una ragazza, “eppure nessuno di loro è andato a consolarla”.

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