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Chef travolto e ucciso sulla Nomentana, l’ultimo messaggio è per i figli: “Vi amo pulci”

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Chef Roberto Brancaccio Nomentana

Chef 41enne travolto e ucciso sulla Nomentana. Era a bordo del suo scooter, il veicolo che l’ha travolto è ripartito immediatamente.

Il lavoro come Chef, l’amore per la buona cucina e l’attaccamento alla famiglia. Questo era – in poche parole – Roberto Brancaccio. Travolto a 41 anni da una macchina, mentre tornava a casa a bordo del suo scooter. Quello in sella al Piaggio Beverly 125 è stato il suo ultimo viaggio. L’uomo ha visto finire la propria vita nella serata del 14 dicembre scorso.

Alle 21.40 di un giovedì come tanti viene spazzato via dalla furia dello schianto all’altezza del civico 1451 di via Nomentana. La rotatoria che permette l’accesso alla Palombarese terreno dello scontro: il veicolo che ha travolto Brancaccio non si è neppure fermato a prestare soccorso. Un’accelerata è bastata per lasciarsi alle spalle una vita.

Omicidio stradale sulla Nomentana: travolto un 41enne in scooter

Partono le indagini per omicidio stradale, nel frattempo il cordoglio di amici e parenti della vittima popola questi giorni prima delle feste in cui – per i parenti di Brancaccio – c’è assai poco da festeggiare: “Ti ricorderemo sempre con il tuo sorriso” – scrivono gli amici su Facebook – ma intanto vogliono giustizia. Quella che dovranno cercare anche, dopo aver metabolizzato il dolore, i figli piccoli. Un trauma apparentemente insanabile, acuito dal fatto che l’ultimo messaggio (una storia Instagram) di Brancaccio era dedicato a loro: “Vi amo pulci”.

Nomentana Chef Brancaccio
Chef travolto e ucciso in via Nomentana (Screenshot Instagram profilo ufficiale-IlCorrieredellaCittà.com)

L’affetto spento in un istante di follia. Il corpo dell’uomo, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe sbalzato sull’asfalto. Morto poco dopo lo schianto. I tentativi di rianimazione ci sono stati, ma a nulla sono serviti. Il contributo degli operatori del 118 – accorsi sul posto con la polizia locale – si è rivelato inutile in quanto Brancaccio verteva già in condizioni critiche. Ad aggravare i capi d’imputazione anche l’omissione di soccorso.

Si continua a indagare, ma per il momento da sfondo a questa vicenda fanno soltanto le lacrime dei suoi cari. Le prossime settimane saranno determinanti per fare chiarezza. Anche se il dettaglio più lampante – quello su cui bisogna lavorare – è che non è stata una morte accidentale. Diventa omicidio stradale nel momento in cui il proprietario della vettura tira dritto e non si ferma a soccorrere. Oltre il danno la beffa. Una negligenza che potrebbe costare cara in quella che è stata una nottata da dimenticare. 

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