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Incendio al San Camillo, prosciolte le infermiere per la morte di Gheorghe Andoni

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A processo per omicidio colposo un medico del San Camillo. Aveva scambiato un aneurisma cerebrale per cervicale.

Il verdetto parla chiaro: “Per l’incendio al San Camillo di Roma, non è impossibile stabilire un colpevole”. Ecco allora come a distanza di sette anni, sia anche impossibile capire il responsabile della morte di Gheorghe Andoni, il paziente rimasto carbonizzato nel pesantissimo incendio presso il padiglione Maroncelli del noto ospedale romano situato a Monteverde. Una sentenza che farà discutere, ma che ora assolve le infermiere che lo assistevano.

L’incendio al San Camillo e la morte di Gheorghe Andoni

Era maggio 2016, quando all’interno del padiglione Maroncelli è scoppiato un pesantissimo incendio. Le infermiere di guardia provarono subito a intervenire, tentando di spegnere le fiamme con gli estintori a disposizione. Riuscirono anche a salvare una vita, ovvero il vicino di letto di Gheorghe Andoni. Per il paziente moldavo, invece, all’epoca 65enne, non ci fu nulla da fare: perì per le gravi ustioni, in quanto la camera andò completamente in fiamme e si riempì di fumi tossici. 

In un primo momento, furono indagate le stesse infermiere, con l’ipotesi di non essere intervenute in maniera adeguata sul problema che si era presentato. Un’accusa infamante, a detta del loro legale, l’avvocato Valerio Vitale, poi ripresa anche dalla sentenza, che come il “fatto non sussiste” e ha dato il “non luogo a procedere”. Dopotutto, anche una testimonianza diretta scagionava le infermiere, come scrive Repubblica: “L’arrivo delle infermiere è stato immediato. Le infermiere di guardia si stavano prodigando a spegnere l’incendio con gli estintori in dotazione anche se la stanza era completamente avvolta da fiamme e fumo”.

Soddisfazione emersa anche dal legale Vitale per la sentenza: “È stato un procedimento lungo, tecnico e complesso che ha avuto il suo giusto epilogo processuale. Resta il dolore ed il profondo dispiacere perché in quell’incendio ha perso la vita una persona ma le mie assistite non erano per me ed oggi non lo sono per tutti responsabili dell’accaduto. Ringrazio gli avvocati dello studio, ed in particolare la Collega Anna Roscino, per il loro contributo professionale nonché il Segretario Provinciale del Nursind, dottore Stefano Barone, per il supporto dimostrato a sostegno della categoria degli infermieri in questo lungo e faticoso percorso giudiziario”.

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