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Qatargate, Gualtieri “amico” del Marocco? Il Sindaco di Roma si difende dall’accusa

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gualtieri sullo stop al reddito di cittadinanza

Rischia d’ingigantirsi ulteriormente il Qatargate, ovvero l’affaire Italia che ha coinvolto europarlamentari e consulenti politici italiani in un giro di soldi gestito da Qatar e Marocco. Nell’inchiesta venuta alla luce grazie all’azione della Polizia belga, non solo sarebbero emersi importanti nomi della politica italiana, ma a tale scandalo di portata geopolitica e internazionale sarebbe stato accostato anche il Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri

Il Qatargate ingloba anche la politica romana?

Anzitutto, bisogna chiarire la dimensione del Qatargate e soprattutto il suo scopo. Al centro ci sono i Mondiali del Qatar, in un Paese che ha visto pesanti critiche di sfondo politico in qualità realtà organizzatrice: il mancato rispetto dei diritti umani, soprattutto sulle questioni LGBTQ+ e in particolar modo il mondo omosessuale; le migliaia di lavoratori morti nei cantieri dei nuovi stadi di Doha; le misteriose morti di colleghi giornalisti durante la manifestazione sportiva, in dinamiche che dovranno essere chiarite dalle autorità.

Chi ha fatto circolare i soldi e corrotto determinati volti, in una dimensione in cui viene coinvolta anche l’ex Vicepresidente del Parlamento Europeo, la greca Eva Kaili, aveva l’intenzione di promuovere al meglio il territorio qatariota, magari mettendo a tacere tutte le voci inerenti le violazioni dei diritti umani in quello Stato. Promuovere il Qatar nel miglior modo tra corruzione e regalie, influenzando di fatto le politiche dell’Unione Europea.

Cosa c’entra allora Roma in questo complesso quadro geopolitico tra Golfo Persico ed Europa? La promozione di Doha, magari passando da un sostegno delle grandi Capitale europee, con la Capitale italiana in pole per la propria storia e soprattutto la propria influenza culturale. Inoltre, Roberto Gualtieri verrebbe tirato per la giacchetta in questa faccenda, in quanto Ministro dell’Economia sotto il premier Giuseppe Conte, oltre che Vicepresidente del gruppo europarlamentare “Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici” (S&D) nel 2019. 

Al Campidoglio, la Lega chiede chiarezza sulla posizione del Sindaco nel Qatargate

Con l’avvicinarsi delle elezioni nella Regione Lazio, la Lega Salvini Premier ha preso la palla al balzo per punzecchiare il sindaco Roberto Gualtieri. Infatti, il capogruppo Fabrizio Santori chiede la posizione del Primo Cittadino all’interno di questo scandalo internazionale: “l nome del sindaco di Roma Roberto Gultieri apparirebbe nelle carte dell’inchiesta della magistratura belga che ha acceso I riflettori sugli scandalosi fatti accaduti a Bruxelles. Secondo informazioni apparse oggi sulla stampa, nel lungo elenco dei nomi all’attenzione degli inquirenti che si occupano del “Qatargate”, Gualtieri sarebbe incluso tra ‘presunti amici del Marocco’”.

Prosegue Santori: “Un fatto grave, che non può essere liquidato con la minaccia di querela a un giornale. La Lega chiede chiarezza, il Primo cittadino rassicuri Roma e I romani, venga in Aula Giulio Cesare e spieghi, diradi la nebbia di benaltrismo che paralizza la sinistra. Siamo certi che con la sua decennale esperienza di parlamentare europeo, il Sindaco di Roma saprà dare spiegazioni convincenti. Non accettiamo minimizzazioni. No ad argomenti utili a distrarre che rischiano di far scivolare la questione nell’ oblio che tutto metabolizza, anche il malaffare più turpe. Quello ordito ai danni di milioni di italiani e di europei per favorire gli interessi personali e di altre nazioni, lasciando da parte i problemi veri del nostro continente e dei suoi abitanti”.

La difesa del sindaco Roberto Gualtieri dalle accuse nel Qatargate

Il Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, prontamente ha diffuso una nota stampa, dove si difende dalle accuse perpetrate nella giornata di oggi contro la sua persona: “È falso e vergognoso quanto pubblicato oggi dal quotidiano La Verità dal titolo: ‘Euroscandalo, c’è anche Gualtieri’, che associa in modo del tutto improprio il mio nome a uno scandalo, a un’indagine e a condotte criminose a cui sono del tutto estraneo. L’unica risposta che merita è quella legale a tutela del mio ruolo e della mia onorabilità. Pertanto ho dato mandato al mio legale di valutare la rilevanza penale dell’articolo per una querela al giornale”.

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