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Roma, droga dello stupro: arrestato per spaccio neurologo del San Camillo

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Arrestato uno dei più noti neurologi del San Camillo di Roma. Secondo l’accusa il medico avrebbe nascosto oltre 2.309 dosi di Ghb, la cosiddetta droga dello stupro. Le teneva chiuse in un armadietto del suo studio privato in via Domenico Fontana, a San Giovanni. Ad attirare l’attenzione dei Carabinieri sono state le troppe spedizioni di pacchi, talmente elevate da risultare anomale, nel suo domicilio. Gli agenti avrebbero così iniziato a seguirlo, scoprendo che nello studio in cui curava privatamente i pazienti nascondeva le dosi già suddivise negli appositi flaconcini. L’uomo, 55 anni, sposato e padre di tre figli, ora si trova agli arresti domiciliari. Per lui l’accusa è quella detenzione di sostanze stupefacenti. Probabilmente potrebbe essere uno dei tanti coinvolti nel sistema di spaccio della “Roma Bene” per cui sta indagando la Procura di Roma. 

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Le inchieste della Procura di Roma

A coordinare l’inchiesta è la procura di Roma, la quale nell’ultimo anno sta portano a galla un grosso sistema di spaccio nella Capitale che vede protagonisti politici, medici, avvocati, personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura. 

Il neurologo dell’ospedale San Camillo, L.C, ha 55 anni. Ancora non è chiaro il motivo per il quale avesse così tante dosi di acido gamma-idrossibutirrico. La sostanza in medicina si utilizza per curare l’alcolismo, ma è anche una potente droga.

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Il sospetto degli agenti

Gli agenti sospettano che il medico avesse la droga grazie a spedizioni arrivate probabilmente dall’Olanda. Ad attirare la curiosità dei Carabinieri è stato il numero di pacchi destinato al domicilio. Gli agenti hanno infatti voluto seguire il corriere per capire quale fosse il tragitto e soprattutto cosa contenessero quelle scatole. 

La sostanza è molto pericolosa e conosciuta come “droga dello stupro” perché di solito viene utilizzata nelle discoteche per stordire le ragazze prima di violentarle. Oltre a far perdere i sensi riesce anche a far perdere la cognizione di ciò che si fa.

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