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Roma, si rompe l’impianto di riscaldamento al capannone di Anagnina: dipendenti AMA rimangono al freddo

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Ama Capannelle

Non finiscono mai i disservizi dell’AMA, nemmeno per i propri dipendenti. L’ultima è avvenuta in questi giorni, dove al capannone della Zona 10B di via Ettore Gabrici, in zona Anagnina, si è rotto l’impianto di riscaldamento. Una situazione che ha lasciato letteralmente al freddo e al gelo i dipendenti della società che gestisce i rifiuti sulla Capitale. Nonostante la grandezza della struttura, la stessa AMA ha ignorato le manutenzione sull’impianto da questa estate. 

I dipendenti di AMA al freddo e al gelo nel capannone di Roma

La situazione dei termosifoni rotti va avanti ormai da giorni, portando una profonda insoddisfazione da parte degli operatori ecologici operativi in quello spazio. Il sindacato Fp CGIL commenta così lo spiacevole episodio: “L’assenza di manutenzione ordinaria e programmata, ha portato inevitabilmente l’impianto di riscaldamento a rompersi. Il management di AMA, forse troppo distratto a nominare nuovi consulenti, ha dimenticato di mettere in campo durante l’estate gli interventi di manutenzione, lasciando le lavoratrici e i lavoratori senza riscaldamento ai primi freddi”.

Al momento, AMA per tamponare il problema ha pensato all’installazione di 18 stufette elettriche all’interno del sito di lavoro. Installazioni insufficienti, considerato l’ampiezza dello spazio all’interno del capannone Zona 10B nel territorio di Anagnina. LA Fp CGIL prosegue: “Questa è l’improbabile e approssimativa soluzione messa in campo dall’azienda” – tuona Giancarlo Cenciarelli, segretario generale della Fp Cgil di Roma e Lazio -. Le stufette pensate per i piccoli spazi domestici sono palesemente inadatte a riscaldare un capannone e, in tutto questo, comportano anche un consumo orario di 36kw e per un periodo indefinito”.

Prosegue il sindacato Fp CGIL: “Richiediamo che la municipalizzata provveda ad un cambio di passo perché siamo davanti ad una gestione aziendale che non ha per priorità le condizioni del proprio personale e delle proprie infrastrutture e che affronta i problemi con soluzioni approssimative, insufficienti e superficiali”. 

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