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Drogato prima maltratta la compagna poi la deruba: arrestato uomo violento

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calci e pugni per mettere a segno una rapina

La maltrattava di continuo, aggressioni fisiche e morali, il tutto acuito dall’uso di sostanze stupefacenti. Un vero e proprio incubo per la donna, 58enne, costretta a subire le angherie del compagno, un uomo di 53 anni residente a Guidonia Montecelio. Le sue condotte vessatorie non sono terminate nemmeno a fronte del divieto di avvicinamento imposto dal giudice, l’uomo infatti continuava a scrivere all’ex compagna con fare piuttosto minaccioso e così il 14 gennaio scorso è stato arrestato. 

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La condotta violenta dell’uomo 

Come anticipato, l’uomo è gravemente indiziato di pesanti maltrattamenti familiari nei confronti della convivente di 58 anni, acuiti dallo smodato uso di sostanze stupefacenti. In particolare, l’indagato maltrattava quotidianamente la sua compagna, sottoponendola a continue aggressioni fisiche e morali, instaurando un sistema di vita familiare doloroso e avvilente e provocando nella vittima un grave stato di assoggettamento e paura. Gli approfondimenti investigativi hanno permesso di raccogliere gravi e circostanziati indizi di colpevolezza nei confronti dell’uomo che, in un’occasione, si era persino introdotto dalla finestra nell’abitazione della vittima dopo che la donna aveva interrotto quell’insana relazione e, agendo con efferata violenza, l’aveva rapinata della somma di 400 euro e di una carta di credito.

Il divieto di avvicinamento e le continue vessazioni

Quanto raccolto nel corso delle indagini ha consentito al G.I.P del Tribunale di Tivoli, su richiesta della Procura, di emettere nei confronti dell’indagato un’ordinanza di applicazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa con l’applicazione del dispositivo elettronico di controllo (cd braccialetto). Nonostante la misura coercitiva appena notificata, l’uomo ha tuttavia reiterato le condotte vessatorie tempestando la vittima con telefonate minacciose, tanto che il Giudice del Tribunale, non ritenendo più adeguata la misura applicata, ha sostituito il divieto di avvicinamento con la custodia cautelare in carcere, provvedimento tempestivamente eseguito dalla polizia giudiziaria delegata. 

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