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Inchiesta stadio della Roma, a che punto siamo? 22 condanne richieste, chi rischia di più

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Stadio della Roma

L’inchiesta sullo stadio della Roma prosegue mente l’impianto è in progetto con nuove specifiche: le possibili condanne.

Lo stadio della Roma sembra una chimera: progettato tre volte. La prima risale a quando era ancora Rosella Sensi prima promotrice – e Presidentessa giallorossa – di un’opera che avrebbe dovuto portare rinnovamento e posti di lavoro. Un bene pubblico che avrebbe potuto giovare a chi godeva non solo delle imprese giallorosse. Bonifica della zona interessata, museo e centro commerciale nell’impianto. Un progetto pensato in grande con il nome di Franco Sensi a garanzia.

Quella che, nei primi anni Duemila, si presentava come una suggestione, nel tempo, è diventata più concreta. Rosella Sensi ha passato la mano a Di Benedetto prima e Pallotta, poi, c’erano le intenzioni ma sono mancate le basi a fronte di un’inchiesta che da “famo sto stadio” – il motto diventato hashtag per promuovere il progetto – è diventato facciamo chiarezza. Sono emerse delle criticità negli anni che hanno portato il progetto in stallo. Fino all’arrivo dei Friedkin con cui questo matrimonio e questo stadio non solo s’ha da fare, ma sembrerebbero esserci anche le possibilità per farlo in tempi – relativamente, con tutte le sottolineature del caso – brevi.

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Stadio della Roma, chieste 22 condanne: l’inchiesta entra nel vivo

Intanto l’altra inchiesta, quella sul progetto naufragato, va avanti e nello specifico sono state chieste 22 condanne. In primis a Marcello De Vito e poi a Luca Anzalone. Rispettivamente con 9 e 11 anni e mezzo di reclusione: coinvolto anche l’imprenditore Luca Parnasi, il quale ha chiesto e ottenuto il rito abbreviato. 3 anni e 4 mesi, invece, chiesti per il Deputato della Lega Giulio Centemero. L’ex tesoriere del PD Francesco Bonifazi, invece, rischia 2 anni e 8 mesi.

stadio della roma

Questo valuteranno i PM nell’ambito dell’inchiesta di quella che sarebbe dovuta essere la costruzione dello stadio della Roma a Tor Di Valle. Le accuse, nello specifico, riguardano Luca Parnasi che avrebbe dato a Marcello De Vito tangenti sotto forma di incarichi all’avvocato Mezzacapo. Tutto, successivamente, sarebbe stato spartito fra loro. Questo, secondo i PM, è un meccanismo in concorso. Senza contare che Parnasi sarebbe stato anche favorito in merito alla costruzione di un campo da basket e di un polo musicale nella zona appartenente all’ex Fiera di Roma.

L’ultimo stadio – è il caso di dirlo – di un’inchiesta che prosegue da anni in cui la squadra e la società sono sempre stati definiti parte lesa. Nel tentativo di ricominciare sulle macerie di un progetto mai nato. L’arduo compito, dopo Virginia Raggi, spetta a Roberto Gualtieri. Lo stadio della Roma è presente come punto programmatico persino nella campagna elettorale dell’attuale Primo Cittadino. Prima, però, occorre chiudere una pagina chiaroscura della vicenda che presenta ancora molti sospesi. 

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