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‘Mostro senza scrupoli’: minaccia la collaboratrice della ministra Carfagna per 4 anni per un’idea rubata

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Roma. Per quattro anni di fila l’avrebbe costretta ad una vita di ansia e paura, riempiendola di email terrificanti in cui la descriveva come un «mostro», una «donna senza scrupoli» e un’«arrivista». Lei, una collaboratrice della ministra Carfagna costretta a vedersi insultare anche alla casella di posta elettronica della segreteria del ministro per il Sud.

Quattro anni di minacce e accuse via mail

Secondo quanto ipotizzato dalla Procura, tutto il grande accanimento sarebbe nato perché le sarebbe stato copiato un suo progetto sul rilancio dell’entroterra abruzzese. Un progetto presentato alla Regione, ma poi mai accettato, nel tempo un cui la persona ricopriva un ruolo dirigenziale.

Processo per stalking

Per questi fatti, gli insulti, le offese e il lungo tempo di sofferenze psicologiche, Barbara Ciarrapico, 59 anni, economista specializzata nel settore turistico, è finita a processo per stalking e diffamazione ai danni dell’attuale vice capo di Gabinetto della ministra Carfagna, Cristina Gerardis. L’imputata è ovviamente sottoposta anche a divieto di avvicinamento alla persona offesa.

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La storia e gli anni precedenti

Il fatti di cui vi riportiamo l’esito, vanno dal 2017 al settembre del 2021. Tutto l’accanimento ebbe dunque inizio nel 2017, quando per la vittima, Cristina Gerardis, stava per scadere il suo mandato come direttore generale della Regione Abruzzo. Da quel momento, è scoccata la sfilza di email moleste ed offensive. Per i pm, la 59enne avrebbe accusato l’ex direttore generale della Regione Abruzzo di «essersi appropriata della sua opera»: Pennadomo Iko, un progetto per lo sviluppo del turismo e il rilancio, nello specifico, del borgo chietino di Pennadomo, comune di poco più di 200 abitanti.

Un progetto ”rubato” alla Regione Abruzzo

Stando a quanto riporta il Messaggero, non sarebbe però tutto qui. Oltre alle offese, anche le accuse: «Mi hai messo addosso i servizi segreti»; «Hai corrotto la polizia giudiziaria e la magistratura»; «sei una donna senza scrupoli, un’arrivista». Insomma, non si è fatta mancare nulla nel suo inventario delle invettive. La vittima, quasi ogni giorno riceveva messaggi simili, continuando a vivere in un continuo stato d’ansia. 

La difesa

L’imputata, così, ha dichiarato che si è sentita vittima di un tradimento, in quanto avrebbe prima ricevuto delle garanzie di finanziamento sul prototipo del suo progetto, ma poi se lo sarebbe visto copiato e mai più sostenuto. La difesa fa dunque leva su di un presunto plagio.

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