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Omicidio Primavalle, il killer al gip: “Avevo chiesto a Michelle uno sconto, lei mi ha puntato la pistola contro”

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Emergono nuovi elementi, come il fatto che la vittima avrebbe minacciato il suo assassino con una pistola. Si cercano riscontri.

Omicidio Primavalle. Il killer al GIP prova ad addurre motivazioni di legittima difesa. Il giovane racconta la sua verità.

Omicidio di Primavalle. Parla il giovane coinvolto nel misfatto e la deposizione appare chiara nell’esposizione, ma confusa sul piano dei particolari: “Michelle – racconta al GIP – si è alzata dal divano all’improvviso e mi ha puntato la pistola al volto. Pensando che l’avesse in qualche modo modificata con un colpo in canna, l’ho aggredita”. La tesi del ragazzo è quella che addurrebbe come motivazione la legittima difesa. È quanto ha spiegato nel corso dell’interrogatorio di convalida dell’arresto per l’omicidio di Michelle Maria Causo consumatosi lo scorso 28 giugno.

La sua versione dei fatti – rispetto a quanto accaduto a Primavalle – è che avrebbe provato a difendersi. Nel corso delle 4 ore di interrogatorio è emerso che il ragazzo avrebbe avuto un debito con la vittima: si tratta di 35 euro, somma che avrebbe dovuto restituire alla giovane. Il ragazzo, però, avrebbe chiesto a Michelle di abbonargli 20 euro per portare a cena fuori la ex fidanzata. Questo ha raccontato il giovane al magistrato che ha tuttavia obiettato ricordando come la pistola in questione fosse sua e già presente nei video che il ragazzo stesso ha pubblicato sui social.

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Non reggerebbe neppure la tesi obiettoria del ragazzo secondo cui quella pistola l’avrebbe usata la ragazza per intimorirlo. In quanto – stando alla ricostruzione dei fatti – Michelle si era presentata in Via Dusmet senza nemmeno la borsa, a mani nude, con le chiavi di casa al collo. La dinamica parrebbe chiara, la deposizione del ragazzo meno.

Resta poi da accertare il motivo per cui il 17enne avrebbe dichiarato che nel giorno dell’omicidio sarebbe dovuto recarsi a casa sua anche un amico in comune della vittima. Il quale, sentito dai poliziotti, avrebbe smentito categoricamente di essere stato invitato. 

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