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Roma è la terza città italiana per criminalità: i risultati dell’indagine

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I dati del 2022 rispetto ai reati denunciati città per città. Roma sale sul podio, è al terzo posto della classifica dei delitti.

Sembra strano ma è la prima volta in cinque anni che l’Urbe sale sul podio delle città con il più alto tasso di criminalità in Italia. A svelarlo un’indagine del Sole 24 Ore, che come tutti gli anni cerca di fotografare l’andamento dei delitti commessi e querelati in tutto il Paese, anche in relazione alla popolazione residente. Ciò sulla base dei dati del Ministero dell’Interno.

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I reati più denunciati: furto e spaccio

Dietro Milano e Rimini, prima e seconda della graduatoria nera diffusa dal quotidiano economico, ecco comparire Roma con 213.293 reati denunciati nel 2022. Sono 5485 ogni 100mila abitanti, con un incremento del 5 percento rispetto al dato registrato nel 2019. Roma si mette in rilievo maggiormente per i reati di furto e di droga, e si posiziona rispettivamente al terzo e al secondo posto della classifica inerente queste due specificità. Grande concentrazione di furti con destrezza, oltre 26mila. Poi compaiono i reati ai danni di autovetture in corsa e in sosta, poi ecco i 3.727 reati in ordine agli stupefacenti. Il 60 percento di questi ultimi sono riferiti allo spaccio in particolare, e sono in aumento rispetto al 2022.

Triste primato per la Capitale anche per rapine ed estorsioni

Altri ambiti riguardano, purtroppo, rapine ed estorsioni. Anche in questo caso Roma si mette in luce in tutta Italia. Per quanto riguarda le rapine Roma è al terzo posto, 1325 delle quali sono avvenute presso strade pubbliche, mentre l’Urbe si classifica al terzo posto se ci concentriamo sulle estorsioni. Nel 2022 sono state 1310 le estorsioni denunciate nel territorio romano.

Gualtieri: “Dato preoccupante”

Il sindaco rubrica come preoccupante il dato, e richiede “un rafforzamento dell’attività di presidio del territorio“. Per lui, visto il podio riservato a Roma nella speciale classifica di cui parliamo, deve portare a mantenere alto il livello di allerta, ma senza innescare psicosi collettive. Ciò sia presso le istituzioni che presso la popolazione.

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