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Roma, non pagano per anni la tassa di soggiorno: “buco” da 100 milioni, a processo 50 albergatori

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Per anni non hanno pagato la tassa di soggiorno ed ora le casse del Campidoglio risentono di un ammanco tutt’altro che irrisorio, pari alla bellezza di 100 milioni. Protagonisti della vicenda diversi albergatori e titolari di B&B, rei di non aver versato la tassa dovuta. Ora però una nuova tendenza dei giudici contabili preoccupa il comune e l’ipotesi che i fatti possano andare in prescrizione non è da escludere. 

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L’ammanco da 100 milioni nelle casse del Campidoglio 

La maxi evasione da parte di diversi albergatori e responsabili di B& B, è andata avanti nel tempo e, come già detto, ha portato ad un ammanco a dir poco cospicuo. Mancano, infatti, nelle casse del Campidoglio la bellezza di 100 milioni. Tuttavia adesso l’aspetto che preoccupa il comune è un altro. Dopo la depenalizzazione del reato introdotta in piena emergenza Covid, nel 2020 dal Governo Conte, che vede cancellata la possibilità di indagare per peculato i responsabili delle strutture che mancavano di pagare l’imposta, è entrata in scena la Corte dei Conti. Ora, alla luce della richiesta di condanna dei magistrati, i giudici hanno iniziato a negare la giurisdizione contabile ed il caso dovrebbe finire al vaglio del giudice tributario. Un iter normativo non da poco e anche se le denunce da parte del comune sono iniziate 5 anni fa, nel 2018, l’ipotesi che il fatto possa cadere in prescrizione appaiono tutt’altro che infondate. 

La modifica legislativa 

Al momento, non c’è alcuna pronuncia di secondo grado e il rischio che venga confermata la linea predominante in aula appare concreto. La Procura penale aveva messo sotto inchiesta, in tutta Roma, circa una cinquantina di albergatori che non avevano versato la tassa. Tuttavia, nel 2020 è arrivata la norma pocanzi descritta ha cambiato le carte in tavola. Le indagini erano scattate a seguito di alcuni controlli da parte di vigili e finanza, nonché da una segnalazione giunta dal dipartimento di attività produttive. La modifica legislativa introdotta con il Governo Conte che non aveva mancato di suscitare polemiche, ha cancellato il reato ed era stata presentata come una norma salva- albergatori. Ora però il rischio è che le inchieste possano azzerarsi di nuovo, la decisione in merito spetterà ai giudici di appello. 

 

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