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Roma, paralizzato dopo la caduta su un tombino: Comune condannato a pagare 3,4 milioni di euro

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Le buche e gli avvallamenti che costellano le strade della Capitale costano caro al Comune di Roma, che ora dovrà risarcire un motociclista vittima di un grave infortunio stradale. Dopo 8 anni di battaglie, la Corte d’appello ha stabilito infatti che Roma Capitale debba versare alla famiglia dell’invalido, con effetto immediato, ben 3,4 milioni di euro. È un caso unico, soprattutto perché l’amministrazione capitolina dovrà ora fare ammenda da un punto di vista economico, con il risarcimento danni, ma anche per la mancata manutenzione stradale della Città, ammettendo pubblicamente le sue responsabilità. Una vittoria per M.R. ma anche per i cittadini che ogni giorno si lamentano, o peggio restano vittime, di buche e dissesti stradali. 

La Corte d’Appello dà ragione all’ex motociclista

Grazie alle perizie, è stato possibile accertare la piena responsabilità del Comune nella mancata manutenzione stradale di via Brunone Bianchi, a Casal Bernocchi. Ma ecco cosa è accaduto. Nel 2015 M.R., all’epoca dei fatti 33enne, stava percorrendo quel tratto di strada con la moto prima di rovinare sull’asfalto perché le grate del tombino presente sulla via erano al di sotto del manto stradale, creando così un ampio dislivello. Da allora M.R. vive a metà: è cosciente, ma completamente paralizzato per la caduta, in uno stato vegetativo per cui è necessaria la presenza costante della famiglia. La società assicurativa che si è occupata per conto di Roma Capitale del risarcimento, spiega il Corriere della Sera, era stata sollecitata già nel 2018 a pagare i danni anche dall’Istituto di vigilanza delle compagnie assicurative (Ivas) per un totale di 4,6 milioni di euro. 

Stimato un “vuoto manutentivo” sulla strada

Il 20 marzo 2015, quando avvenne l’incidente, la municipale appurò senza ombra di dubbio la cattiva manutenzione stradale di via Bernocchi, tale da “formare una conca” pericolosa per la viabilità. Fu dunque quella conca a provocare la caduta di M.R. Sebbene il Comune avesse ammesso perciò un “vuoto manutentivo” in quell’area, negli anni successivi il risarcimento economico per l’uomo è sceso sempre più. La prima perizia medica gli aveva riconosciuto 7 milioni di euro, poi ridotti a 4,6 dopo la seconda perizia Ctu, che non convinse comunque il Comune, tanto da insistere per un terzo riscontro medico. Inoltre, c’è da dire, in caso di decesso – prima della decisione di queste ore – ai genitori sarebbero andati “solo” 800 mila euro circa per la perdita del figlio.

Il caso di M.R. ricorda quello dell’ex pilota della Formula 1 Michael Schumacher. Il campione della F1, a causa di un incidente nel 2o13, è stato mantenuto in coma farmacologico dopo aver riportato un trauma cranico ed emorragia cerebrale. Se la famiglia di Schumacher da anni può permettersi le terapie, queste non sono state economicamente accessibili invece per la famiglia di M.R.: da anni i familiari sostengono delle cure da mezzo milione di euro annuo, erogate peraltro in solo due cliniche in Europa. Un costo ingente, se si aggiunge poi l’assistenza domiciliare, che ha costretto i familiari a vendersi tutto per aiutarlo. 

Roma, in coma da 8 anni dopo una caduta su un tombino: il Comune non lo risarcisce

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