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Roma, «Te ne devi andare!»: urla e feci davanti alla porta della vicina: donna a processo per stalking condominiale

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Roma. La situazione era diventata insostenibile, al punto tale da decidere di cambiare casa. Al centro della vicenda alcuni vicini, tra i quali — per usare un eufemismo — non correva buon sangue. Comportamenti molesti e persecutori per i quali adesso una donna è finita a processo per stalking condominiale: condannata a 9 mesi di reclusione, al pagamento delle spese processuali, nonché di una provvisionale di mille euro. Ma non è finita qui in quanto i danni subiti dalla vittima saranno, infatti, da stabilirsi in separata sede. 

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Stalking condominiale, gli insulti e gli escrementi fuori alla porta della vicina 

La situazione era arrivata ad un punto di non ritorno, aveva oltrepassato il limite della tollerabilità al punto che la vittima si è trovata persino costretta a cambiare abitazione: ‘La vicina urlava contro la mia assistita, la insultava, le buttava escrementi davanti alla porta’, spiega a Repubblica il legale della condomina che a seguito dei ha sporto regolare denuncia. ‘Questi comportamenti le hanno provocato un stress tale da essere costretta a cambiare casa’, aggiunge l’avvocato. 

Il reato di stalking condominiale 

Ora, come detto, la donna è finita a processo per stalking condominiale, una ‘forma di stalking che non è meno grave di quelle che conosciamo’, prosegue l’avvocato che poi sottolinea: ‘Avere un vicino che costantemente ti insulta e ti urla contro in un luogo, la propria abitazione, in cui ci si dovrebbe sentire più sicuri, crea un turbamento d’animo che deve essere condannato’. 

La condotta molesta della vicina 

Niente liti pregresse o motivazioni alla base di un simile comportamento da parte della vicina che, per via della propria condotta, ha ingenerato nella vittima uno stato di ansia e di inquietudine. Basti pensare che la vittima teneva chiusa la persiana per evitare che la donna guardasse all’interno dell’appartamento o ancora, non poteva invitare nessuno in quanto veniva periodicamente apostrofata con epiteti ingiuriosi oltre alle urla sul presunto abusivismo della casa e sul fatto di doversene andare. 

 

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