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Stop all’acqua frizzante nei supermercati? Il caso Sant’Anna, manca l’anidride carbonica

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Acqua frizzante scarseggia

Prima la corsa per fare il pieno di benzina, poi la ‘lotta’ nei supermercati per accaparrarsi più prodotti possibili e le immagini degli scaffali vuoti che hanno fatto il giro del web (e non solo). Questo accadeva quando è stato annunciato il primo lockdown in Italia, poi quando è scoppiata la guerra in Ucraina e gli italiani hanno dovuto fare i conti con i rincari. Ma ora gli ‘scaffali’ rischiano davvero, in Italia, di restare vuoti. O meglio, senza acqua frizzante.

Sant’Anna e lo stop all’acqua frizzante: ecco perché 

Il più grosso produttore europeo di acque oligominerali ha fermato la produzione dei prodotti gassati. Il motivo? Manca l’anidride carbonica. E il caso dell’azienda Sant’Anna è emblematico. Come ha spiegato il presidente e l’amministratore delegato Alberto Bertone, all’Ansa, la “Co2 è introvabile e anche tutti i competitori sono nella stessa situazione. Siamo disperati, è un altro problema gravissimo che si aggiunge ai rincari record delle materie prime e alla siccità che sta impoverendo le fonti”. 

La stessa cosa, a quanto pare, era già successa l’anno scorso, ma fortunatamente l’emergenza era presto rientrata. Ora, invece, l’allerta resta massima. E riguarda tutti ‘i produttori europei’. 

Cosa rischiamo di non trovare nei supermercati

La ‘colpa’ di tutto questo è della crisi energetica. L’acqua frizzante che si trova in Italia, d’altra parte, è costituita da acqua minerale addizionata con l’anidride carbonica mediante il processo di carbonazione. Ma la Co2 è introvabile. E questo potrebbe causare problemi anche alla produzione dei dolci, che ha bisogno di gas addizionato. La paura di tutti, quindi, è che finiscano le scorte. E gli scaffali restino davvero vuoti. 

Le aziende di Co2 ci spiegano che preferiscono destinare la produzione al comparto della sanità – ha dichiarato Bertone – noi saremmo disposti a pagarla di più anche se già costava carissima, ma non c’è stato verso di fare cambiare idea ai nostri fornitori. Così – ha concluso – l’acqua gasata rischia di finire: una volta finiti gli stock nei magazzini di supermercati e discount, non ci saranno più bottiglie in vendita”.

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