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Stupro di Capodanno, parla un’amica della vittima: «Quando mi drogo non penso alla mia solitudine»

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stupro di Capodanno, parla un'amica (ed indagata) della vittima

Una notte di Capodanno, quella tra il 31 dicembre 2020 e il primo gennaio 2021, che nessuno dimenticherà molto facilmente. In quella terribile circostanza, infatti, una ragazza di appena 16 anni venne stuprata ripetutamente dal branco.

Tutto è partito da una folle festa ‘a base di alcol e droga’, organizzata in barba alle restrizioni anti Covid. Ora a parlare, in un’intervista al quotidiano Repubblica, è una delle ragazze indagate, amica della vittima e presente quella terribile notte. 

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Stupro di Capodanno: il racconto di un’amica della vittima 

Si droga da circa due anni, ma ne ha solamente 17. Assume regolarmente Md, Chetamina e Coca. Francesca, nome di fantasia, faceva parte quella sera del gruppo delle parioline che presero parte alla festa. Come racconta a Repubblica, di quella notte la ragazza ha dei ricordi sfocati. Dice di aver visto la vittima due volte: prima dentro un bagno e successivamente in intimità con un ragazzo. La mattina seguente si sono poi ritrovate nel letto insieme. 

Una notte di violenza e droga che ha cambiato la vita della giovane, come lei stesse riferisce: ‘Avevo assunto Xanax e Rivotril. Quella notte mi ha cambiata, ho capito che stavo facendo degli errori ma continuo a farlo’, racconta. 

Le altre ragazze 

Rispetto alle altre ragazze presenti la giovane dice di aver mantenuto i contatti con tre di loro, mentre nessun rapporto è rimasto tra lei e la vittima: ‘Non mi ha più risposto al telefono. Mi dispiace per lei. Continuo a vedermi con tre ragazze, una di loro quella sera ha portato il Rivotril’.

La droga 

Una notte che, come dicevamo, ha cambiato la vita di Francesca. La 17enne ha lasciato il ragazzo di allora, ha ripreso a studiare ma continua a drogarsi: ‘Le pasticche le ho dagli amici dei fornitori, se voglio qualcosa di buono vado a Tor Bella o a San Basilio. Frequento Ponte Milvio e le discoteche di musica tecno dell’Eur’, racconta ancora a Repubblica la giovane. 

Il rapporto con la madre e le speranze per il futuro

‘Quando sei in gruppo se non ti fai sei fuori‘ spiega Francesca che aggiunge: ‘Quando mi faccio riesco a non pensare alla mia solitudine, alla mia voglia di stare di più con mia mamma che lavora tanto e che quando rientra dal lavoro è stanca. Non ce l’ho con lei, si sacrifica per me’. 

‘Con mia madre non riesco a confidarmi perché non voglio darle altre delusioni, farla soffrire’.

Una testimonianza che parla anche di sogni e di futuro. Rispetto a quest’ultimo, appaiono chiari i sogni della giovane: ‘Finire gli studi e non drogarmi più’. 

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