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Roma, 17enne violentata la notte di Capodanno. Gli aggressori ai genitori: ‘Se semo divertiti’

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L’hanno forse drogata, poi hanno abusato di lei, di una ragazzina di appena 17 anni. Un incubo, una notte di Capodanno, quella dello scorso anno, che la vittima difficilmente (e purtroppo) dimenticherà. Una violenza avvenuta tra il 31 dicembre del 2020 e il 1 gennaio del 2021 in una villetta in zona Primavalle, dove alcuni ragazzi, durante una festa organizzata (nonostante i divieti legati al Covid) hanno violentato in branco una giovane, figlia di un diplomatico spagnolo. Vittima che ha denunciato l’episodio presso la Stazione dei Carabinieri di Roma La Storta, che hanno poi identificato tre ragazzi, tutti di età compresa tra i 19 e i 21 anni.

Ora la Procura di Roma ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato per uno degli indagati, il 20enne Patrizio R, e il processo inizierà il prossimo 22 novembre.  

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Il racconto della vittima

“Non riuscivo a camminare, fissavo i muri, ho bevuto e fumato, non so se qualcuno mi ha messo qualcosa nel bicchiere, ho iniziato a perdere i sensi, come se fluttuassi fuori da me stessa”. Queste le dichiarazioni, riportate da Repubblica, della ragazza che, all’epoca dei fatti, non aveva ancora compiuto 17 anni. Ero in una stanza con dei ragazzi che mi stavano toccando, ho fatto resistenza, ma più di tanto non potevo perché non avevo forza, non avevo consapevolezza. dei ragazzi intorno a me mi insultavano, uno mi ha tirata per i capelli, uno mi ha preso la testa… Quando mi sono svegliata mi sentivo come se avessi i postumi della droga, avevo male dappertutto. Sono andata in bagno e ho guardato le gambe: erano piene di lividi. E anche sulle braccia. C’era sangue e avevo addosso solo una felpa non mia”. Un risveglio traumatico, uno choc per una ragazzina che di quella notte non ricorda nulla. Un addio al vecchio anno e un benvenuto al nuovo tinto di ‘violenza’, di abusi, di ragazzi che hanno approfittato di quella condizione di inferiorità psico-fisica. Di una 16enne inerme, non in grado di difendersi, di ribellarsi. “Non riuscivo a fare niente, neanche a parlare. Ero sola su un materasso senza lenzuola e coperte – ha raccontato.  Sono scoppiata a piangere e a casa della mia amica, in bagno, non riuscivo neanche a guardarmi, provavo schifo per quello che era successo e non riuscivo a toccare il mio corpo. Il giorno dopo mi hanno detto che un ragazzo ha mostrato a tutti la mia maglietta sporca di sangue”. 

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Le intercettazioni choc degli aggressori ai genitori

Al racconto della vittima seguono le intercettazioni choc tre ragazzi. Conversazioni che lasciano senza parole, discorsi tra gli aggressori e i loro genitori. Quasi una consapevolezza che spaventa. Uno degli indagati, infatti, dice alla madre (stando alle intercettazioni riportate da Repubblica): “Io te lo dico… io una me la so’ proprio… proprio a divertimme, mà”. E ancora: “Lo sai che j’ha detto… de me? Che manco me la so sc… meno male..”. “Cioè tu mandi tua figlia a 16 anni col lockdown, oltretutto n’abiti manco qua, a una festa e poi la mattina dopo te svegli e denunci? Ma che sei, infame? Cioè sei proprio un vile, un verme, miserabile” – tuona un altro indagato. In attesa del processo, davanti al Tribunale di Roma, che prenderà il via il prossimo 22 novembre. 

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