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Utero in affitto, la Chiesa come FdI: ‘È da considerare un reato universale’

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chiesa contro l'utero in affitto

La Chiesa è nettamente schierata contro l’utero in affitto. Una posizione assunta da tempo, per la quale ritiene questa pratica ‘inumana’. Le dure critiche verso questo metodo di procreazione nasce dall’idea che si tratti di una procedura che relega i bambini a merce di scambio.

La procreazione surrogata viene considerata un ‘crimine da perseguire’

L’atteggiamento nei confronti della procreazione surrogata rappresenta un crimine da perseguire. E su questo punto sembrano esser d’accordo tutti i pontefici, anche Papa Francesco. L’argomento è stato sviscerato oggi nel corso di un incontro tra i vescovi che sono stati chiari nel rimarcare che si tratta di una ‘mercificazione’. In buona sostanza ritengono che le donne in condizioni di povertà acconsentano a dare in fitto il loro utero e, quindi portino in grembo una vita che solo per soldi, e per la loro situazione di degenza, danno poi ad altri.

La discussione tra i vescovi in un incontro

In particolare è stato il segretario generale della Cei, Giuseppe Baturi a soffermarsi su questo tema e anche sul diritto che le coppie omosessuali hanno di avere figli. E anche in questo caso l’idea è che si tratti solo di propaganda che rischia di privare i bambini di dignità, futuro e integrazione sociale. Un dialogo aperto che ha trovato anche qualcuno che ha voluto fare la differenza tra le trascrizioni e l’utero in affitto, sottolineando che il problema delle trascrizioni coinvolge tante coppie eterosessuali.

Fratelli d’Italia pronti con due leggi contro l’utero in affitto

Ma la posizione espressa dalla Chiesa, ormai ripetutamente e, non di meno anche nell’incontro di stamattina, trova d’accordo gli esponenti di Fratelli di Italia, gruppo di maggioranza al governo. Proprio per questo proprio FdI ha annunciato che si impegnerà contro l’utero in affitto. Non a caso sono previste due proposte di legge, come riporta Il Messaggero, affinché la maternità surrogata venga dichiarata reato universale e quindi perseguita non soltanto se praticata in Italia, come accade già adesso, ma anche se praticata all’estero.

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