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Agguato a Torvaianica, parla Don Andrea: «Non possiamo restare chiusi in parrocchia, dobbiamo accogliere. Qui tante situazioni di disagio»

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«Non possiamo restare chiusi dentro la Parrocchia, dobbiamo uscire!  La nostra comunità cristiana deve essere solidale e avere il coraggio di denunciare il male e impegnarsi per la riabilitazione sociale dei più fragili e nascosti e per la riqualificazione delle loro relazioni». A parlare è Don Andrea Conocchia, Parroco della Chiesa Beata Vergine Immacolata di Torvaianica in merito ai tragici fatti che hanno portato all’uccisione di un 38enne albanese. 

L’uomo, com’è noto, è rimasto vittima di un agguato a colpi d’arma da fuoco in pieno giorno mentre si trovava in spiaggia. Oggi, a seguito delle gravi ferite riportate, è deceduto in ospedale. 

«Dobbiamo essere disposti ad ascoltare e accogliere confidenze e storie di vita ferite, di vessazioni familiari – prosegue al Sir (Servizio Informazione Religiosa) Don AndreaSiamo chiamati ad annunciare ma anche a denunciare quanto avviene. Come Parrocchia e comunità non possiamo far altro se non schierarci dalla parte della giustizia e della legalità». 

Sulle problematiche del territorio. Don Andrea, Parroco sul litorale pometino da meno di un anno, descrive il delicato contesto sociale col quale ha dovuto subito confrontarsi. Il Sacerdote parla di “gravi situazioni di disagio”, con “giovani e ragazzi di strada già dediti all’alcol in giovanissima età” che si vede subito che “affrontano situazioni difficili”.

 

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