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Ardea, la TARI aumenta in bolletta: il Sindaco Savarese spiega il perché

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Sono tanti i cittadini di Ardea che negli ultimi giorni hanno lamentato un aumento della TARI,  la tassa sui rifiuti, in bolletta. E se c’è chi ha subito pagato, c’è anche chi non ha nascosto tutta la disapprovazione per quella che in tanti hanno definito una ‘brutta sorpresa’ perché a detta dei residenti gli aumenti ci sono “su tutto, ma i servizi sono sempre meno”. A mettere la parola fine a tutte le segnalazioni e alle lamentele ci ha pensato il sindaco di Ardea, Mario Savarese, che sui social ha pubblicato poco fa una lettera aperta rivolta a un cittadino, che l’aveva contatto per avere delucidazioni e per far sì che la situazione fosse più chiara a tutti. 

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Ardea, aumenta la TARI: il Sindaco spiega perché 

La TARI nel suo complesso è rimasta invariata, ossia la somma delle bollette emesse lo scorso anno è la stessa di quelle di quest’anno. Obbligati ad applicare le nuove regole imposte da ARERA le tariffe sono state RIMODULATE per equità: ci sono utenze che hanno subito un aumento e altre che hanno avuto una diminuzione. Perché tutto questo? – spiega il Primo Cittadino – Per l’effetto di una legge (che ritengo giusta) che sancisce che a pagare il servizio di raccolta dei rifiuti siano in proporzione coloro che li producono. La TARI serve esclusivamente a pagare il costo del servizio e la deve considerare alla sorta di quota condominiale in cui ciascuno partecipa a seconda del grado di godimento del bene comune. Fino allo scorso anno le nostre bollette erano calcolate esclusivamente sulla base dei metri quadrati dell’abitazione del contribuente. Questo fatto ha procurato grande ingiustizia perché, mentre da un lato una famiglia numerosa che produce molta spazzatura e abita in un piccolo appartamento paga una TARI molto contenuta, dall’altro una sola persona (magari la nonna rimasta sola a vivere in un grande appartamento) che produce rifiuti in quantità minima, paga da sola il triplo della o più della prima ipotesi. La rimodulazione delle tariffe pone fine a questa stortura. Il peso della dimensione della casa incide solo sul 40% circa della tariffa mentre il numero dei suoi occupanti determina la quota più rilevante (il 60%) ed è in proporzione al loro numero.
Veniamo al suo caso. Lei dichiara un’abitazione di soli 60 metri quadrati che, in base al vecchio metodo di calcolo a 3,12 €/mq, ha prodotto una bolletta annua di 187,20 €/anno. La nuova bolletta prevede una tariffa composta da una parte fissa (la casa) e una parte variabile (gli occupanti) e l’importo così si rimodula parte fissa = superficie (mq) x 0,93 (€/mq) = 60×0,93= 55,80 € a cui aggiungere l’importo determinato dalle persone che occupano l’appartamento (179,11 per una persona, 204,7 per due persone, nel suo caso 211,09 € per tre persone) quindi la sua tariffa è ora di 55,80 + 211,09 = 266,89 €
Capisco che la cosa non la consoli ma consideri che nel corso degli anni precedenti lei ha sempre pagato meno di quanto avrebbe dovuto”. 
 
Ma cosa bisogna aspettarsi per il futuro?  “In futuro le cose cambieranno ancora perché si pagherà, oltre alla quota fissa, solo per i rifiuti effettivamente conferiti. Capisce che questo metodo consentirà di diminuire considerevolmente il costo della bolletta per chi non produce rifiuto indifferenziato, o non ne produce molto, e al tempo stesso non produce scarti di cucina o sfalci e ramaglie perché utilizza un sistema di compostaggio domestico). Questo sarà il successivo passaggio, infatti già da ora verranno distribuiti mastelli con codice identificativo dell’utente e si inizieranno a conteggiare le quantità dei rifiuti prodotti da ciascuno. Sempre nell’ottica del rispetto della legge il cui principio è – conclude con fermezza Savarese – : “chi sporca paga”.
 
 
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