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Bonus tamponi 2022, cos’è e come funziona la novità: a chi spetta, importo e come presentare la domanda

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Crisanti e vaccini si infetta entro 18 mesi

Bonus Tamponi. Una proposta lanciata in diretta, durante la trasmissione Agorà, in onda su Rai 3, dal direttore del laboratorio di Microbiologia di Padova, Andrea Crisanti. Secondo l’esperto, infatti, l’incentivo potrebbe servire a tutte quelle persone che si devono occupare della cura di chi è più fragile. Dunque, non si tratterebbe, nella sua visione, di un bonus per tutti. Ma uno sconto sul prezzo del tampone solamente per chi si trova in questa particolare situazione e quindi si trova ”costretto” a tamponarsi con una certa frequenza rispetto ad altri.

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La proposta di Crisanti

L’idea che sta alla base è quella di ”placare” i prezzi dei tamponi per coloro che ne hanno una forte necessità e con una certa frequenza. Ricordiamo, che il costo in media di un tampone in farmacia si aggira intorno ai 15 euro, ma ci sono anche dei casi in cui il prezzo lievita fino ai 20 euro. Non proprio una passeggiata con caffè, insomma. Attualmente, l’unico bonus sui tamponi è quello in vigore per la sanificazione o il test da parte delle aziende sui loro lavoratori. Certo, un bonus di tal tipo, così come lo intende Crisanti, non è ancora sul tavolo del Governo, ma nulla esclude che ci possa essere nel prossimo futuro una discussione in tal senso. Il focus è, sempre sulle persone più fragili e che potrebbero essere a rischio in caso di contagi. 

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Bonus Tamponi si, ma non per tutti

Infatti, chi ha a che fare con loro, spesso ha la necessità di tamponarsi di frequente, per evitare che il soggetto si contamini con il Covid. Di conseguenza, la spesa diventa alle volte insostenibile. Ovviamente, l’idea di tale bonus rimane uno strumento in più, al quale possono essere aggiunte altre soluzioni. Ad esempio, aggiunge Crisanti, ci sarebbero anche altri sistemi, come ad esempio la possibilità di riconoscere loro il lavoro agile, lo smart working da casa. Inoltre, poi, chi ha parenti fragili, riconosciuti dalla legge 104, dovrebbe avere “un supporto per esser sicuro che, quando va a trovare i propri cari, non li infetti. Bisogna cambiare il paradigma”.

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