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Causa sui PEBA a Pomezia: l’Avvocato difensore del Comune e il Sindaco si contraddicono? Ecco come stanno le cose

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Si è svolta agli inizi di ottobre l’udienza nell’ambito del procedimento che vede da una parte l’Associazione Luca Coscioni e il Comune di Pomezia e dall’altra. Il nodo del contendere, per cui oggi si è arrivati dinanzi al Giudice, riguarda la mancata adozione da parte dell’Ente dei PEBA, ovvero dei piani per l’abbattimento delle barriere architettoniche, obbligatori per legge dagli anni ’80 ma non ancora presenti a Pomezia (così come, purtroppo, in molte città italiane).

Si tratta di uno strumento fondamentale perché consente di ripensare al territorio in ottica di (vera) accessibilità per tutti, andando cioè oltre il singolo intervento-spot di rimozione della barriera architettonica a beneficio, per contro, di una visione a 360° della città che consenta ad una persona con disabilità di muoversi liberamente e in totale autonomia. E soltanto in un secondo momento procedere con gli interventi puntuali di rimozione degli ostacoli. Proprio per questo dunque, nell’ultima campagna elettorale, anche l’attuale Sindaco si era impegnato a rispettare tutta una serie di punti programmatici per arrivare infine al PEBA ma poi quegli stessi impegni rimasero, di fatto, solo su carta.

Dal Corriere della Città – NOVEMBRE 2021

Il ricorso dopo il mancato rispetto degli impegni presi

Nel novembre 2019 l’Associazione Luca Coscioni, che si era fatta promotrice dell’iniziativa con tutti i candidati a Sindaco, decise allora di far ricorso in Tribunale prendendo atto del mancato rispetto degli impegni presi al livello politico dinanzi ai cittadini. «Abbiamo tentato in tutti i modi di dialogare con l’amministrazione, ma la base per questo dialogo non poteva che essere quell’impegno – aveva dichiarato a tal proposito il Consigliere dell’Associazione Coscioni Giuseppe Di Bella – Si trattava di garantire tempi certi per il PEBA e di rispettare i diritti dei cittadini che per primi sono condizionati nella mobilità e nell’autonomia».

«Non avendo ricevuto risposte, abbiamo deciso di agire, in ultima istanza, per via giudiziaria con il ricorso per condotta discriminatoria verso tutte le persone specialmente quelle con maggiore fragilità». L’azione legale, ad ogni modo, è fondata su un duplice obiettivo: da un lato viene chiesto che il Comune venga “condannato per condotta discriminatoria e costretto ad adottare i Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche entro termini congrui e ragionevoli”, dall’altro si punta ad intervenire “rimuovendo tutta una serie di barriere architettoniche puntuali presenti sul territorio”. La sentenza, senza ulteriori udienze, è attesa per l’estate prossima.

La difesa dell’Avvocato del Comune: «PEBA già adottato, nessuna condotta discriminatoria»

Durante l’udienza l’Avvocato incaricato dal Comune, in una memoria difensiva, ha però sostenuto “l’insussistenza di condotte discriminatorie” dato che sin dagli anni ’90 “l’Ente ha approntato interventi sul territorio finalizzati alla tutela delle persone portatrici di handicap in ottemperanza alla vigente normativa” (ma il PEBA, come detto, è un’altra cosa, ndr).

Dopodiché il legale spiega: «Occorre sottolineare nuovamente che in data 28 dicembre 2020 il Comune di Pomezia ha adottato il P.E.B.A. (doc.1 allegato al deposito delle note di trattazione scritta del 12 gennaio 2021), oggetto del ricorso, con ciò sterilizzando definitivamente la domanda di parte ricorrente […] La controparte omette totalmente tale decisiva circostanza, nelle proprie note di trattazione scritta, reiterando le deduzioni rese nell’atto introduttivo del tutto infondate e avulse ai fatti di causa. Pertanto, il ricorso va rigettato, ovvero, in via gradata, va accertata e dichiarata la cessata materia del contendere per sopravvenuta carenza di interesse a seguito dell’adozione del P.E.B.A., oggetto della domanda della ricorrente, da parte del Comune di Pomezia».

In secondo luogo, scrive ancora l’Avvocato del Comune, “acclarato che l’Amministrazione non ha dato luogo ad alcun atto omissivo o commissivo di carattere discriminatorio e ribadito, che il Comune ha adottato il P.E.B.A., giova sottolineare il carattere temerario e pretestuoso della richiesta risarcitoria avanzata dalla ricorrente. D’altro canto, parte ricorrente non ha fornito la minima prova della avvenuta segnalazione dei disservizi denunciati alle competenti autorità amministrativa, né di un concreto danno ai cittadini portatori di handicap, limitandosi a mera e generica doglianza non fornendo alcuna prova di aver diffidato il Comune a provvedere. La domanda risarcitoria si rivela, dunque, pretestuosa e meramente strumentale e dunque è inammissibile e comunque infondata”.

E’ “giallo” sul documento

Ma la risposta del legale, specie nella prima parte, ha però aperto una sorta di “giallo”. Se avete seguito la vicenda sin qui ricorderete gli ultimi sviluppi sul tema, da noi riportati a maggio scorso: il Comune di Pomezia, rispondendo ad una richiesta sempre da parte dell’Associazione Luca Coscioni, aveva fatto sapere infatti che l’Ente “era in attesa di approvare in Giunta le linee guida – che ancora oggi non sono state rese pubbliche, ndr – per la predisposizione dei PEBA trasmesse dalla società incaricata nel dicembre precedente”, proprio quello del 2020.

In merito alla pubblicazione delle stesse linee guida, per le quali la Coscioni aveva fatto anche un accesso civico caduto però nel vuoto, il Dirigente aveva inoltre spiegato che quest’ultima sarebbe “stata subordinata sempre all’approvazione da parte dell’organo politico”.

Ebbene: posto che, a prescindere, il Comune di Pomezia aveva già tali direttive a disposizione gratuitamente in quanto diramate dalle Regione Lazio, che senso avrebbe avuto incaricare una società pagando 24mila euro (compreso però anche il piano per la mobilità urbana, ndr) per realizzare delle linee guida propedeutiche se in realtà il PEBA era già stato “adottato”?

Se infatti l’Amministrazione aveva ricevuto le linee guida entro il 31/12/2020 ma a maggio era ancora in attesa di approvarle in Giunta, a cosa si riferisce dunque la risposta dell’Avvocato? Il legale cita e allega in effetti un documento, in nostro possesso e riportato nel frontespizio qui sotto, indicante la data del 28 dicembre 2020, ma lo stesso non compare nell’Albo Pretorio. Senza contare che nel medesimo testo, denominato, proprio “PEBA”, si fa riferimento in realtà alle linee guida della Regione Lazio approvate nel febbraio 2020 e non a quelle trasmesse dalla Crealink, ovvero la società, con sede a Pisa, interpellata dall’Amministrazione.

Il documento “PEBA” allegato dal legale del Comune di Pomezia

La risposta del Sindaco

Nel corso dell’udienza nella causa contro l’Ass. Coscioni ad ottobre l’Avvocato incaricato dall’Ente ha spiegato in una memoria difensiva “che in data 28 dicembre 2020 il Comune di Pomezia ha adottato il P.E.B.A.” e che dunque i motivi stessi del ricorso sarebbero infondati. E ha allegato a tal proposito un documento denominato “PEBA”. Ma a cosa si riferisce? Nell’aprile scorso infatti il Dirigente aveva fatto sapere che le “linee guida per la predisposizione del Peba (non del PEBA stesso quindi)” ricevute dalla Crealink erano ancora in attesa di approvazione da parte della Giunta. Lei stesso Sindaco aveva dichiarato di “essere in attesa di uno specifico finanziamento per la redazione vera e propria del PEBA, attività direttamente correlata alle linee guida”. L’Amministrazione può chiarire pertanto questa discrepanza di notizie?

«Come detto più volte, l’adozione delle linee guida per la predisposizione del Peba (Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche) è cosa ben diversa dal Peba stesso che, per quanto riguarda la nostra Città, vogliamo sia pienamente integrato al PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile), affinché si possa parlare concretamente di piena accessibilità. Il Comune di Pomezia ha vinto il finanziamento regionale atteso e il PEBA è attualmente in fase di redazione. Inoltre, come già annunciato, abbiamo stanziato un fondo di 1 milione di euro per interventi di abbattimento delle barriere architettoniche in tutto il territorio, cifra mai stanziata prima nella nostra Città. E’ la dimostrazione della volontà e del lavoro della nostra Amministrazione per garantire a tutti gli stessi diritti e per rendere Pomezia sempre più inclusiva. Sulla causa in corso attendiamo gli esiti legali».

 

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