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Coatto, cosa significa e perché si dice così?

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“Sei proprio un coatto”, conoscete questa tipica espressione romana? Per chi ci legge dalla Capitale – ma anche dalla Provincia – ovviamente la risposta non può che essere affermativa, tuttavia forse non tutti sanno le effettive origini di questo modo di appellare qualcuno. 

Anche perché, nella lingua italiana, questo termine esiste pur avendo un altro significato. In questo articolo vedremo però come si è arrivati al suo uso nel dialetto romanesco: perché cioè si è arrivati ad indicare come coatta una persona –  in buona sostanza – diciamo priva di buone maniere; in altre parole rozza nei modi di dire e di fare nonché di acconciarsi. Insomma, un vero e proprio coatto. 

Il significato di coatto

Facciamo un passo indietro. Come detto nella nostra lingua il termine coatto esiste ed è riferito all’ambito giuridico. Pensiamo ad esempio all’espressione “uno sfratto coatto”, ovvero effettuato con l’uso della forza, “costretto”, oppure, sempre rimanendo in questo settore, a quella di “domicilio coatto“, ossia stabilito da un’autorità giudiziaria. La parola deriva infatti dal latino “coactus” che vuol dire proprio costringere, obbligare, forzato.

Dizionario alla mano leggiamo anche: “Imposto per forza o con provvedimento delle autorità”, “provvedimento di Polizia consistente nell’obbligo a risiedere in un dato luogo”Sempre in questo ambito si può utilizzare per rifarsi ad una vendita coatta – imposta dal Giudice e per questo nuovamente “forzata” – e, ancora, passando alla psichiatria, parlando di pensieri o impulsi che insorgono dalla coscienza con carattere di “coazione”. 

Ma come si è arrivati allora alla definizione di persona “coatta”, il cui utilizzo è come abbiamo visto prevalentemente romano? In realtà i due significati sono collegati perché, almeno originariamente, facevano riferimento alla stessa cosa. Poi, nel tempo, l’appellativo coatto si è un po’ ammorbidito sconfinando nei toni più scherzosi e goliardici. Senza cioè alludere per forza alla sfera criminale. 

Coatto
Nel significato giuridico il termine coatto indica un provvedimento disposto dall’Autorità Giudiziaria – ilcorrieredellacitta.com

Perché a Roma si dice coatto

Sì perché in effetti coatto nell’accezione riferita ad una persona deriva comunque sempre dall’ambito giuridico e veniva utilizzata per indicare colui finiva, per l’appunto, sottoposto ad un regime coatto. Il coatto altri non era allora che il detenuto, il carcerato, il malvivente, colui che cioé era sottoposto a provvedimenti penali, ristretto magari in un luogo per scontare la sua pena. 

L’ironia e lo scherzo: oltre la definizione di criminale

Pian piano però a questo significato ha iniziato a sovrapporsene un altro, meno “grave”, utilizzato a mo’ di scherno e presa in giro. Quel “Sei proprio un coatto” menzionato in apertura. Se allora i criminali chiamati coatti erano apostrofati così per via dei loro comportamenti sopra le righe (e al di sopra della legge), ma anche per la loro arroganza e strafottenza oggi siamo giunti ad una sorta di via di mezzo. 

Il coatto in romano è allora colui che ha scarso senso del gusto, rozzo, di borgata, noto per il suo modo di parlare eccessivo oppure volgare, ma questo a prescindere dal suo contesto sociale. Coatto come opposto di eleganza, di precisione, di bon ton insomma, con zero rispetto per l’etichetta e le buone maniere. E non per forza un criminale patentato.

Facendo un rapidissimo cenno al cinema italiano, e alle commedie di De Sica e Boldi, tanto per avere un’idea come non pensare, ad esempio, al “Cipolla” di Enzo Salvi? O ancora ai mitici personaggi interpretati da Carlo Verdone? Ecco questi sono esempi che ben identificano la concezione ‘moderna’ del coatto, non più solo confinata all’immaginario criminale ma anche quello ironico e scherzoso tipico delle borgate/periferie romane. E, forse, proprio grazie a quei film, la figura del coatto nella sua nuova veste, quasi mitizzata, ha oltrepassato il Grande Raccordo Anulare arrivando infine in tutta Italia…

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