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Colori delle Regioni, ecco chi rischia la zona gialla con le nuove regole

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Ieri il Premier Mario Draghi ha firmato il Decreto che introdurrà a partire dal 6 agosto l’obbligatorietà del green pass per accedere a tutta una serie di attività (qui tutte le regole). Ma tra le novità c’è anche la rimodulazione dei criteri che determineranno il passaggio da una zona di rischio all’altra. Un provvedimento che era nell’aria ma che è arrivato in pieno “recupero” utilizzando un paragone calcistico dato che, in assenza di nuove regole, molte Regioni da lunedì sarebbero passate in zona gialla. Ma cosa cambia dunque con il Decreto varato ieri dal Governo? Ecco tutto quello che c’è da sapere. 

Decreto luglio Covid: i nuovi parametri per i colori delle Regioni

L’incidenza dei contagi resterà in vigore ma non sarà più il criterio guida per la scelta delle colorazioni (banca, gialla, arancione, rossa) delle Regioni. Dal primo agosto pertanto i due parametri principali saranno:

  1. Il tasso di occupazione dei posti letto in area medica per pazienti affetti da Covid-19
  2. Il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva per pazienti affetti da Covid-19.

Si resta in zona bianca se…

Le Regioni restano in zona bianca dunque se l’incidenza settimanale dei contagi è inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti per tre settimane consecutive ma qualora si verifichi un’incidenza superiore a tale parametro il territorio potrà comunque restare in zona bianca se si verificherà una delle due condizioni successive:

  1. Il tasso di occupazione dei posti letto in area medica per pazienti affetti da Covid-19 è uguale o inferiore al 15 per cento;
  2. Oppure il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva per pazienti affetti da Covid-19 è uguale o inferiore al 10 per cento;

La Regione passa dalla zona bianca a quella gialla se…

È necessario che si verifichino alcune condizioni perché una Regione passi alla colorazione gialla:

a. l’incidenza settimanale dei contagi deve essere pari o superiore a 50 ogni 100.000 abitanti a condizione che il tasso di occupazione dei posti letto in area medica sia superiore al 15 per cento e il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva per pazienti affetti da Covid-19 sia superiore al 10 per cento;

b. qualora si verifichi un’incidenza pari o superiore a 150 casi per 100.000 abitanti, la Regione resta in zona gialla se si verificano una delle due condizioni successive:

  1. Il tasso di occupazione dei posti letto in area medica per pazienti affetti da Covid-19 è uguale o inferiore al 30 per cento;
    oppure
  2. Il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva per pazienti affetti da Covid-19 è uguale o inferiore al 20 per cento;

Le nuove regole per entrare in zona rossa e arancione

Ma quando saranno applicate le restrizioni più severe, ovvero il passaggio in zona arancione o rossa? Nel primo caso è necessario che si verifichi un’incidenza settimanale dei contagi pari o superiore a 150 ogni 100.000 abitanti e aver contestualmente superato i limiti di occupazione dei posti letto di area medica e terapia intensiva prevista per la zona gialla. 

Da arancione a rosso si passerà invece con un’incidenza pari o superiore a 150 casi per 100.000 abitanti e se si verificheranno due condizioni contemporaneamente, ovvero (1) un tasso di occupazione dei posti letto in area medica per pazienti affetti da COVID-19 superiore al 40 per cento e (2) un tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva maggiore del 30 per cento.

Chi rischia di passare in zona gialla con le nuove regole

Al momento nessuna Regione rischia il passaggio in zona gialla. Anche in quei territori infatti dove l’incidenza dei casi settimanale su 100.000 abitanti abbia superato il limite fissato (50) al momento l’occupazione degli ospedali per i pazienti Covid è a livelli molto bassi praticamente ovunque. Nessun territorio è vicino alle soglie critiche fissate per il passaggio in zona gialla, ovvero il 15% per i ricoverati ordinari e il 10% per le terapie intensive.

Ad ogni modo (dati di ieri, fonte: Agenas) le percentuali più alte di questi due parametri si registrano in Calabria, 3% t.i., 6% per l’area medica, Campania, 2% e 5%, Lazio 3% e 2%, Puglia 2% e 3%. E ancora: Sardegna 2% e 4% e infine Sicilia 3% e 5%. Ricordiamo che prima del nuovo Decreto, e in base all’incidenza dei casi, i territori più a rischio erano SardegnaSicilia, Veneto, Lazio e Campania: eventualità che per ora, in virtù delle nuove regole, è stata scongiurata.

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