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Coronavirus, cinque Regioni diventano ‘arancioni’: ecco chi rischia di più adesso

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Emergenza Coronavirus in Italia, ecco le nuove Regioni a rischio. Intanto, allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus responsabile di Covid-19 il ministro della Salute, Roberto Speranza, sentiti i Presidenti delle Regioni interessate, ha firmato l’Ordinanza che individua le Regioni che in base all’analisi dei dati epidemiologici sulla diffusione dell’epidemia e agli scenari di rischio certificati nel report dell’Istituto superiore di sanità, passano dall’area gialla a quella arancione e rossa (rischio alto, livello 3 l’area arancione; rischio alto, livello 4 l’area rossa). Le misure previste dall’Ordinanza entrano in vigore l’11 novembre 2020.

Nello specifico in base alla nuova Ordinanza:

  • entrano nell’area arancione le Regioni Abruzzo, Basilicata, Liguria, Toscana, Umbria
  • entra nell’area rossa la Provincia Autonoma di Bolzano.

Complessivamente, quindi, la ripartizione delle Regioni nelle diverse aree è attualmente la seguente:

  • area gialla: Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Molise, Provincia autonoma di Trento, Sardegna, Veneto
  • area arancione: Abruzzo, Basilicata, Liguria, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria
  • area rossa: Calabria, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Provincia Autonoma di Bolzano.

Coronavirus, ecco le nuove Regioni a rischio

Purtroppo però potrebbe non essere finita qui. In Italia l’epidemia da Covid-19 continua a correre veloce: ieri sono stati registrati 35.098 contagiati con 580 morti. 17.734 guariti, +122 terapie intensive e +997 ricoveri: il tutto a fronte di 217.758 tamponi con un tasso di positività al 16,1% (-1,0%). 

Sulla base del report della Cabina di regia numero 25 relativo al periodo 26 ottobre – 1 novembre è stato ribadito che l’epidemia in Italia è in rapido peggioramento. La maggior parte del territorio nazionale è infatti compatibile con uno scenario di tipo 3 ma sono in aumento il numero di Regioni/PA in cui la velocità di trasmissione è già compatibile con uno scenario 4.

Ecco allora che, sulla base dei dati disponibili, altre Regioni potrebbero a breve subire maggiori restrizioni: nello specifico sono Veneto, Campania, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia. Qui i report hanno segnalato l’allerta per l’indicatore 2.1 (anche se con % diverse si vedano le tabelle sottostanti), ovvero “la percentuale di tamponi positivi escludendo per quanto possibile tutte le attività di screening e il re-testing degli stessi soggetti, complessivamente e per macro-setting (territoriale, PS/Ospedale, altro) per mese”. 

Dal punto di vista della Percentuale di Posti Letto di Terapia Intensiva occupata da Pazienti Covid−19 (dati: Agenas) tra queste la Regione che registra i dati più preoccupanti è l’Emilia Romagna al 38% (ricordiamo che la soglia critica è indicata oltre il 30%) seguita dalla Campania al 33%; FVG e Veneto si mantengono sotto il 30%. L’indice RT più alto tra queste Regioni si registra in Campania (1.64), a seguire FVG (1.60), quindi Emilia e Veneto (1.57).

Il caso del Lazio: quanto rischia la Regione?

Ma qual è la situazione nel Lazio? Il report sopra citato dell’ISS, al netto dell’allarme generale lanciato per tutto il territorio nazionale, posiziona il Lazio nelle Regioni che potrebbero vedere peggiorato lo scenario complessivo di criticità nelle prossime settimane.

La Percentuale di Posti Letto di Terapia Intensiva (Dati: Agenas) occupata da Pazienti Covid−19 si mantiene al momento tuttavia sotto la soglia critica del 30%, attestandosi al 27%. 

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Nel rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità per il Lazio la “Classificazione complessiva di rischio” è indicata infatti come “Moderata con probabilità alta di progressione a rischio Alto“. Nessuna Allerta viene però segnalata inoltre “alla resilienza dei servizi sanitari territoriali”. L’RT è 1.36 (scenario di tipo 3). 

Leggi anche: Coronavirus, cos’è lo scenario di tipo 4 dell’emergenza

 

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