Home » News Roma » Assistenza domiciliare alta complessità, la Regione Lazio grande assente

Assistenza domiciliare alta complessità, la Regione Lazio grande assente

Pubblicato il
assistenza domiciliare
Disabili gravissimi e assistenza domiciliare alta complessità, che fine ha fatto la Regione Lazio? E’ quello che si chiedono le ADI Famiglie Italiane. A farsi portavoce del disagio che persiste nella nostra regione Rita Basso, presidente di ADI Famiglie Italiane.
“Non avremmo mai pensato di dover constatare che per il nostro paese i pazienti in alta complessità, assistenza domiciliare alta complessità (ADI), venissero “accantonati “ per così tanto tempo. Verrebbe da pensare che ci abbiano dimenticato”.
“Sono più di 2 anni che paghiamo grazie all’emergenza per il Covid, per carità. Non vogliamo passare per persone egoiste e insensibili, ma a tutto c’è un limite, se rischiamo di pagare con la nostra vita quanto sta accadendo”, prosegue Rita Basso.
“La grave situazione delle ADI non è più presa in considerazione, non è una priorità per nessuno. Pazienti lasciati soli nei propri domicili, senza neanche un’ora di assistenza, quando ne avrebbero bisogno 24 ore su 24. Il personale sanitario serve sempre per gli altri, e noi? Dobbiamo morire nell’indifferenza di chi dovrebbe e potrebbe garantirci la vita?”
Lo Stato ha demandato alle Regioni, le Regioni pensano ad altro. Giustissimo pensare anche agli altri, chiunque abbia necessità deve poter contare su degli aiuti mirati, ma ripeto “ anche” e non “solo” agli altri”. La Vita è Sacra per tutti”, prosegue la Presidente di ADI.

Disabili gravissimi: chi li aiuta? Chi aiuta le loro famiglie?

Poi punta il dito proprio sulla Regione Lazio, grande assente. “Nessuno fa nulla, la Regione Lazio da 3 mesi ha fermi i tavoli di lavoro per la rimodulazione delle ADI. Le Asl sanno perfettamente la situazione delle società private che gestiscono le assistenze dal momento che, le stesse società, non sanno più dove reperire il personale che è stato assunto proprio dalle Asl. Oltretutto appare evidente che le assistenze ad alta complessità non possono più essere gestite dalle società private. Devono essere internalizzate proprio per la necessità della continuità assistenziale con personale altamente preparato. Intanto noi moriamo nell’indifferenza.
Il 31 marzo finirà l’emergenza per la crisi pandemica, ci aspettiamo una soluzione immediata affinché venga garantita la nostra vita nei nostri domicili”.
Qualcuno risponderà all’appello? O anche questa volta ci saranno questioni più importanti da trattare, come tagli di nastri, alleanze in vista delle prossime elezioni amministrative e mille altre cose ancora?
Impostazioni privacy