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Banche cinesi ‘sommerse’: fiumi di denaro non tracciato da Roma a Pechino per oltre 300 milioni l’anno

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Banche cinesi sommerse

Si tratta di vere e proprie banche clandestine, nascoste e occultate all’interno di quelli che sembrano dei normalissimi negozi cinesi, dove però di continuo vengono trasferite valigette piene di contanti, provento di attività sia lecite che illecite. Banche sommerse, grazie alle quali milioni e milioni di euro sfuggono completamente al tracciamento e al fisco. 

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Nel primo caso, il denaro ”pulito”, si tratta di denaro (nero) che, dopo essere stato raccolto da imprenditori o commercianti, sfugge tranquillamente la fisco e viene poi spedito direttamente in Cina. Le stime parlano di circa 300 milioni di euro nascosti alle sentinelle della Banca d’Italia, in quanto denaro non tracciato dagli intermediari abilitati – come i money transfer per intenderci. Nel secondo caso, invece, quello del denaro ”sporco”, parliamo di soldi e ricavi che provengono direttamente dal mondo della criminalità – prevalentemente narcotraffico – e che con tale sistema vengono riciclati e spostati all’interno o all’esterno dei confini nazionali. 

L’allarme dell’intelligence italiana

Un quadro ed una situazione particolarmente allarmanti, anche dal punto di vista dell’intelligence italiana che, nella relazione del 2022 elaborata dal “Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica”, dichiara: ”In merito alla criminalità cinese l’azione continua a essere orientata in direzione del dinamismo affaristico-criminale di spregiudicati imprenditori sinici che, anche attraverso il ricorso ad articolati schemi di evasione fiscale e riciclaggio, cui spesso si accompagnano fattispecie di sistematica raccolta e trasferimento in madrepatria dei proventi di attività illegali, sono riusciti – sfruttando a proprio vantaggio opportunità offerte dal mercato e vulnerabilità sistemiche nazionali – a consolidare il loro posizionamento all’interno di taluni settori economici nazionali, anche attraverso una sistematica collocazione in ben definite aree territoriali”.

Le posizioni e le aree strategiche in Italia

Tra i luoghi e le aree predilette dalle ”filiali” bancarie, ci sono la città di Prato – punto rinomato per l’affaristica cinese – Roma, Napoli e Milano. Inoltre, è proprio la Banca d’Italia a dimostrare chiaramente quanto sia consistente questo continuo flusso di denaro sotterraneo da parte delle banche cinesi: mentre da una parte, infatti, le rimesse dei lavoratori pakistani, bengalesi e filippini verso i loro paesi sono aumentate negli ultimi 6 anni, dall’altra, invece, quelle dei cinesi sono crollate da 237 milioni nel 2016 a 15 milioni nel 2022 (il dato è riportato anche da il Messaggero). La pandemia, questa volta, non c’entra un bel nulla, perché, stando ai dati, già a partire dal 2018-2019 era iniziata questa brusca flessione. Solamente a Roma, per fare un ulteriore esempio, le rimesse sono passate da 1,4 milioni di euro nel 2012 a 732mila euro nel 2019.

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