Home » News » Cronaca » Bimbo annegato in piscina, patteggiano la pena a 16 mesi. I genitori del piccolo: ‘Neanche scusa’

Bimbo annegato in piscina, patteggiano la pena a 16 mesi. I genitori del piccolo: ‘Neanche scusa’

Pubblicato il
Parlano i genitori del piccolo di quattro anni morto in piscina nel viterbese. La condanna dei responsabili è giudicata irrisoria.

La condanna a 16 mesi è arrivata dopo un processo in cui gli indagati hanno patteggiato; per loro l’accusa era di omicidio colposo in concorso. Imputati M.S, S.F., e A.D., rispettivamente presidente, vicepresidente e la bagnina della cooperativa Factory Sport Castrum, che gestiva la piscina comunale di Grotte di Castro, nella quale morì il 20 luglio 2022 Fabio Guidobaldi, un bambino di quattro anni. Dopo la condanna hanno parlato i genitori del piccolo, che a Repubblica hanno riferito: “Eravamo preparati al patteggiamento, ma non così, senza nemmeno la possibilità di costituirci parti. I 16 mesi patteggiati sono una pena bassa. Questa non è giustizia“.

Tragedia a Roma, bambino di 4 anni si sente male e muore

Il piccolo morì per annegamento

Dalle indagini svolte dai carabinieri e coordinate dalla Pm Eliana Dolce è emerso che la mattina del 20 luglio 2022 il piccolo sarebbe stato lasciato libero di entrare in acqua nonostante non fosse capace di nuotare. Nessun controllo da parte dello staff responsabile. La bagnina addetta alla supervisione dei piccoli stava infatti svolgendo delle lezioni private ad un’altra bambina. I genitori de bambino sono ancora affranti da dolore, ritenendo di non aver ricevuto adeguata tutela dalla Giustizia. In primis non si sono potuti costituire parte civile, e la pena nei confronti dei responsabili è giudicata troppo bassa.

Dramma a Pomezia, muore un bambino di soli 10 anni: frequentava la quinta elementare

“È come se ci fosse stata solo voglia di dimenticare”. Così i genitori del piccolo

Si sentono umiliati Ambra Saccarelli e Giulio Guidobaldi, che a Repubblica hanno dichiarato: “Scuse? Nessuno ci ha mai chiesto perdono. Capiamo che la legge sia stata rispettata, perché il patteggiamento in fase di indagini preliminari è consentito, ma ci saremmo aspettati senz’altro maggiore empatia“. Per loro anche il Comune di Grotte di Castro, nel viterbese, avrebbe dovuto fare di più: “A differenza di Bagnoregio, il comune dove abbiamo la residenza, a Grotte di Castro, dove i fatti sono accaduti, c’è stata soltanto una commemorazione in chiesa. Come se ci fosse stata voglia di dimenticare“. Intanto i giardini di Castel Cellesi, a Bagnoregio, sono stati intitolati al piccolo.

Impostazioni privacy