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Emanuela Orlandi, blitz nella notte all’auto del fratello Pietro: gli tagliano tutte le gomme

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Emanuela Orlandi, fratello Pietro

Il caso Emanuela Orlandi è ben lontano da una risoluzione soddisfacente, o quanto meno di un disegno coerente, ma nel frattempo il fratello Pietro continua le sue lotte mediatiche, continua a far sentire la sua voce, in ogni modo possibile, perché si possa fare finalmente luce. Ma tutto ha un prezzo. 

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Blitz nella notte all’auto di Pietro Orlandi

Nelle ultime ore arriva la notizia, riportata anche dall’edizione romana di Repubblica, per cui qualcuno avrebbe preso di mira l’auto di Pietro Orlandi, tagliando tutte e quattro le gomme del veicolo, e mandando in questo modo un messaggio abbastanza chiaro e univoco. Orlandi ha così trovato la sua auto in condizioni non proprio ideali: la vettura era parcheggiata a a poca distanza da casa sua a Borgo Pio. Il fratello di Emanuela, la giovane cittadina vaticana scomparsa 40 anni fa a Roma, ha poi deciso di denunciare il fatto presso le forze dell’ordine. 

Cosa è successo e le ragioni dell’incursione

Una notizia che la dice lunga sulla tensione che continua a scorrere sul caso. L’attacco alla vetture sarebbe avvenuto, con ogni probabilità, nella notte tra il 5 e il 6 luglio. Tutto lascia pensare ad un’azione mirata e premeditata, dal momento che le altre vetture parcheggiate vicine a quella di Orlandi non hanno subito danni. Dunque, l’obiettivo era proprio quello, senza possibilità di dubbio in tal senso. Sul movente, invece, ci sono già alcune ipotesi, certamente non proprio difficili da carpire in base a quanto accaduto di recente: infatti, è probabile che il tutto sia riconducibile alle recenti dichiarazioni del fratello di Emanuela riguardo a papa Giovanni Paolo II che potrebbero aver innescato la reazione di qualcuno. Reazioni non proprio pacifiche, non proprio in linea con i dettami della Chiesa. La frase che con ogni probabilità può aver innescato una reazione del genere è stata quella che si riferiva al fatto che “Papa Wojtyla usciva la sera con due monsignori polacchi e non certo per benedire le case”. 

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