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Emanuela Orlandi, il fratello Pietro: ”Mi ero illuso, esistono ancora gli intoccabili e i giornalisti asserviti al potere”

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Pietro Orlandi

Pietro Orlandi ammette: ”Dopo le parole apparentemente confortanti del pm del Vaticano Diddi – ”scaveremo a fondo in ogni direzione anche le più gravi senza sconti a nessuno” – mi ero illuso e dissi “nel 2023 non possono esistere persone intoccabili”… invece esistono. E mi illusi anche quando dissi ” non c’è più quella sudditanza psicologica nei confronti del Vaticano, né giornalisti asserviti al loro potere”. Purtroppo mi sbagliavo di grosso, basta dare un’occhiata ai quotidiani. Fortunatamente c’è ancora chi ragiona con la propria testa e non ha accettato di chinarsi a nessuno e decide di scrivere quello che la coscienza, e non gli altri, gli impone di scrivere”. Le sue parole sono riportate anche dall’edizione romana di Repubblica. 

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Le parole di Pietro Orlandi dopo l’incontro in Vaticano

Parole dure, che pesano come un macigno, sopratutto dopo che le flebili speranze che si erano di recente accese sul caso Emanuela Orlandi. Nel frattempo, proprio per oggi pomeriggio è prevista n Commissione Affari Costituzionali l’avvio della discussione sull’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori, già approvata comunque dalla Camera. Doveroso ricordare, inoltre, che in questi ultimi giorni, il caso Orlandi a continuato a suscitare polemiche, soprattutto intorno alla figura di Papa Wojtyla, per cui anche il Pontefice Francesco ha parlato di “illazioni offensive e infondate”. Ma non è stato l’unico.

L’audio incriminato su Woityla

Tuttavia, Pietro Orlandi non ha mancato di precisare come le sue parole siano state travisate da stampa e media, caricandole di un significato che non c’era. La questione girava intorno ad un  audio di una persona che “accusava Paolo Giovanni II che circola dal 9 dicembre e nessuno dal 9 dicembre si è mai indignato”. L’audio incriminato e di cui aveva parlato Orlandi è una testimonianza di un soggetto molto vicino a Renatino De Pedis, boss della Banda della Magliana, il quale sembra tirare in ballo proprio Papa Woityla nella scomparsa della cittadina vaticana.

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