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Matteo Garrone entra nella cinquina finale agli Oscar: salgono le quotazioni del regista romano per la statuetta

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Matteo Garrone Golden Globes

Matteo Garrone a vele spiegate verso l’Oscar con “Io Capitano”. Il film del regista romano entra in top 5 per l’Academy.

Matteo Garrone vede gli Oscar. Il regista romano conquista l’Academy. Io Capitano, il film acclamato a Venezia e Roma, entra nella cinquina finale dei candidati a miglior film straniero. Una soddisfazione incredibile per il regista romano che si aspettava un consenso plateale per quel che, ad oggi, sul piano dei lungometraggi, è definito un capolavoro dai massimi esperti della Settima Arte.

Matteo Garrone Oscar
Il regista romano nella top 5 degli Oscar (ANSA-IlCorrieredellacittà.com)

Non credeva, però, di riuscire a sorprendere l’America. L’Oscar come Miglior Film Straniero è un riconoscimento incredibile sul piano del Curriculum, ma anche a livello istituzionale: coloro che l’hanno vinto sono poi diventati un riferimento per l’arte scenica in generale. Garrone non si crea aspettative, ma all’annuncio della top 5 per Hollywood ha festeggiato.

Matteo Garrone a un passo dall’Oscar: “Io Capitano” nella top 5

Lui è abituato ai grandi successi, ma l’Oscar è un’altra cosa. L’obiettivo di entrare in scia è stato raggiunto: ora manca l’ultimo passo. Certamente sarà alla cerimonia, che si terrà il prossimo 10 marzo 2024. Il regista presenzierà con qualche membro del cast a quella che si appresta ad essere un’edizione – la numero 96 – sorprendente.

Golden Globes Matteo Garrone
Il regista romano conquista pubblico e critica anche lontano dall’Italia (ANSA-IlCorrieredellaCittà.com)

Vanto anche per l’Italia e per Roma che nelle ultime manifestazioni è sempre stata presente al concorso più prestigioso a livello cinematografico: prima di Garrone, nella top 5 erano entrati Sorrentino, Benigni e Salvadores. Sappiamo benissimo come è andata a finire per tutti loro.

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10 anni dopo Sorrentino

Il regista romano spera di aggiungersi alla lista, ma arrivare in fondo per lui – con questa produzione che ha effettivamente sparigliato le carte – è già tanto. Una volontà che avevano anche i suoi predecessori: Sorrentino, nel caso specifico, ha rischiato di fare il bis di Statuette con “È stata la mano di Dio”. Per poco non è riuscito nell’impresa, dovrà “accontentarsi” dell’Oscar vinto nel 2014 con “La Grande Bellezza”. A una decade da questo grande traguardo, l’Italia ha ancora la possibilità di trionfare. 

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