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Rifiuti Roma, Gassman contro i cestini ad anfora: ‘Secchi strapieni. Puzza di piscio e guano, una città di cui vergognarsi’

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Roma. I rifiuti invadono la Capitale, ma questa non sembra essere una novità eclatante. Il problema, ora. è che il caldo e l’estate avanzano, e dunque i rifiuti che rimangono diverso tempo imbustati sotto al sole cocente capitolino, possono diventare delle vere e proprie bombe biochimiche. Anche i centro storico, con l’avvento di sempre più turisti, sta iniziando a creare accumuli lungo strade e cassonetti. E i gabbiani ci sguazzano. L’ultimo a parlarne, di recente, è stato l’attore Alessandro Gassman, il quale ha deciso di pubblicare una foto su Twitter, esprimendo tutto il suo sdegno verso le condizioni della Capitale.

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Gassman contro i rifiuti a Roma: ”Davvero uno schifo. Turisti disgustati”

Soprattutto, Gassman junior ha fatto un chiaro riferimento ai famosi cestini ad anfora presentati durante la passata amministrazione a 5 Stelle di Virginia Raggi, e che sono stati ampiamente criticati. “Ci vuole ancora quanto per capire che questi cestelli per i rifiuti nel centro di Roma non sono adatti? – così ha scritto l’attore su Twitter – Oggi ho camminato parecchio, la città è una discarica, come da ormai parecchi anni. Davvero uno schifo. Turisti disgustati, gabbiani sui tavoli e nei vicoli che mangiano resti”. E poi, proseguendo il suo sfogo sulle condizioni della Capitale, ha anche aggiunto: “Fa schifo, non va bene. Quei secchi sono strapieni ed il ricambio è insufficiente. Puzza di piscio e guano, cartacce, plastica che svolazza, buche, tombini completamente tappati… una città di cui vergognarsi”. 

I rinomati cestini ad anfora

Come anticipato, tali cestini ad anfora erano stati presentati con orgoglio nel 2020 dall’allora sindaca Virginia Raggi. La Raggi, proprio in quella occasione di giubilo, aveva detto: “È stato un lavoro complesso, perché è stato necessario mettere d’accordo diverse esigenze: da una parte la Questura con il rispetto delle norme di sicurezza, e permettere quindi di vedere cosa c’è all’interno, dall’altra la Sovrintendenza ai Beni culturali, data la rilevanza storica, culturale e archeologica di questi luoghi”. Nonostante ciò, quei cestini erano apparsi sin da subito non proprio idonei per raccogliere i rifiuti della Capitale, soprattutto durante quei periodi, come quello a cui stiamo andando incontro, in cui c’è una maggiore concentrazione di turisti ed avventori in città. 

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